Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'azienda

Ferrari, cambio al vertice, il presidente passa mano dopo 50 anni

26 Luglio 2011
gino-matteo gino-matteo

Cambio della guardia alle Cantine Ferrari. Dopo oltre 50 anni di impegno come presidente del gruppo delle bollicine Gino Lunelli (nella foto a sinistra) passa il testimone al nipote Matteo (nella foto a destra).

Si completa così il ricambio generazionale preparato con attenzione per assicurare un futuro all’impresa nata 110 anni fa. L’azienda dello spumante conferma il suo carattere familiare e mette nero su bianco in un patto le regole per assicurare un equilibrio tra i parenti-soci. «Con la seconda generazione Ferrari è diventata il numero uno in Italia. La sfida per noi della terza generazione è crescere all’estero», ha spiegato in un incontro a Milano il neo presidente Matteo Lunelli, preannunciato da settembre l’avvio, per la prima volta, di campagne pubblicitarie in Giappone, Russia e Germania. Senza peraltro trascurare il nostro paese dove la famiglia trentina, che già controlla marchi come la grappa Segnana e l’acqua Surgiva, è pronta a crescere attraverso altre acquisizioni. «Vorremmo a essere uno dei protagonisti nel processo di consolidamento nel frammentato mercato del vino in Italia», ha spiegato il nuovo numero uno della Cantine Ferrari. Al suo fianco è stato confermato come amministratore delegato il manager Guido Pianaroli (ex Lvmh) mentre in Cda sono entrati Marcello, Camilla e Alessandro Lunelli, i cugini che già ricoprono ruoli operativi in azienda. Il board della holding di famiglia, la Lunelli Spa, ha poi accolto nomi noti del mondo della finanza: l’ex presidente delle Fs Innocenzo Cipolletta e l’ex banchiere Lino Benassi. Ma l’apertura della casa dello spumante metodo classico si ferma qui. Non sono in vista nuovi soci, nè c’è alcuna intenzione di approdare in Borsa. Del resto – viene sottolineato – in cassa i soldi non mancano. Come anticipato dal quotidiano L’Adige, Ferrari ha chiuso il 2010 con ricavi per 54 milioni e 6,9 milioni di utile. E, come da tradizione, il grosso dei profitti viene reinvestito in azienda.