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La polemica

Forum della Cucina italiana, il ministro Martina “dimentica” Gualtiero Marchesi

02 Marzo 2015
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Il Convegno organizzato da Paolo Marchi di Identità Golose: “Il Maestro ha fatto la storia, qui si parlava di cucina del futuro”


(Gli chef durante al Forum sulla cucina – Foto Luigi Di Battista)

Una gaffe, che però Paolo Marchi, di Identità Golose, “smonta” subito. La polemica è nata per il mancato invito a Gualtiero Marchesi al Forum della Cucina Italiana voluto dal ministro Maurizio Martina.

“Ma quali polemiche, per cortesia – dice quasi stizzito Paolo Marchi -. In Italia ogni scusa è buona per creare dibattiti. Sul nulla, come in questo caso”.

Al primo Forum della cucina italiana erano presenti Massimo Bottura, Carlo Cracco, Franco Pepe, Antonia Klugmann, Pietro Zito, Claudio Liu, Marco Reitano, Ugo Alciati, Cesare Battisti, Moreno Cedroni, Pietro Leemann, Enrico Cerea, Aurora Mazzuchelli, Antonio Santini, Norbert Niederkofler, Niko Romito, Gennaro Esposito, Corrado Assenza, Pino Cuttaia, Cristina Bowerman, Simone Padoan, Gianfranco Vissani, Antonello Colonna, Fulvio Pierangelini, Igles Corelli.
“Nomi “multistelle”, certo, ma solo una piccola parte degli chef (o per dirla alla Gualtiero Marchesi, dei cuochi) italiani che gestiscono un “super-ristorante”.

“Il Ministro ci ha chiesto di organizzare questo incontro molto importante che riguarderà il futuro della cucina italiana nei prossimi vent’anni – spiega Paolo Marchi , e, se dobbiamo guardare la cosa dal punto di vista professionale, non possiamo che ipotizzare i nomi che poi alla fine abbiamo fatto. Chiaro che in Italia sono più di 200 i ristoranti italiani e che non potevano invitare proprio tutti. Ma questo non vuol dire che gli assenti sono tagliati fuori da questo progetto. Gualtiero Marchesi sappiamo tutti chi è e sarà celebrato degnamente durante l’Expo. Non c’è nulla di personale. Tutti sanno quello che ha fatto. Il forum convocato dal Ministro non era un’occasione per fare festa, ma iniziare a costruire qualcosa di importante per il futuro della cucina italiana”.

Polemiche finite? Macchè. In rete si è scatenato un vero putiferio.

Il Corriere della Sera riporta varie testimonianze. Tra queste quella di Valerio M. Visintin, critico gastronomico incappucciato, che dice la sua nel blog Mangiare a Milano: “Consegnare monopolio d’opinione, potere e influenza istituzionale a un singolo soggetto privato è un errore di prospettiva, che non farà certo il bene della cucina italiana”. E interpreta l'assenza di Marchesi come uno dei sintomi delle anomalie del forum di Martina che “si è rivolto a un unico marchio commerciale, che coltiva (legittimamente) interessi privati, che dispone di un ventaglio di sponsor personali, che gestisce (male, a mio avviso, ma ancora una volta legittimamente) un portfolio di chef amici”.

Il nostro amico Danieel Cernilli, di Doctor Wine, definisce il mancato invito a Marchesi come “una caduta di stile e d’immagine da parte di tutti gli altri. Compresi gli chef ai quali è antipatico e che forse farebbero altro se non ci fosse stato lui a sdoganare per primo la cucina nel mondo della cultura italiana”.
 
Per Luciano Pignataro la cosa importante è che “per la prima volta si parla di cucina”.

Carlo Passera, giornalista eno-gastronomico la pensa come Pignataro: “Per la prima volta si vuole creare un organismo che sovraintenda, che faccia da consulente al Governo in questo settore così delicato. Martina sta lavorando molto bene. Marchesi potrebbe, forse, essere eletto presidente onorario di questa sorta di Camera della Cucina Italiana”.

Ma Marchi snocciola i numeri. “Venticinque risposte affermative, in numero scontatamente inferiore agli inviti partiti perché più si allarga un cerchio e più è facile trovare qualcuno impegnato altrove. C’è chi proprio ora riapre il locale dopo la pausa invernale, chi ha un appuntamento dallo specialista per un ginocchio logoro, chi è lontano da Roma e non ha modo di raggiungerla in tempo, tutto secondo copione e tutti rammaricati, da Enrico Bartolini a Raffaele Alajmo e Antonino Cannavacciuolo, da Mauro Uliassi a Enrico Crippa, da Giancarlo Perbellini a Ciccio Sultano. Heinz Beckinvece, a Tokyo per seguire le sue realtà, si collegherà via skype”.

Insomma, come per dire, Marchesi non è l’unico assente “noto”. Ma Marchesi forse fa più “rumore”. Dal suo staff ci fanno sapere che il Maestro ha proseguito nella sua solita routine di progetti da portare avanti con passione e dedizione.

“Non è certo un protagonista di Masterchef o similari – dicono dall’ufficio stampa -. Come l’ha presa? Benissimo, ha continuato i suoi lavori come ogni giorno”. Marchesi continua nelle sue attività di formazione, “perché oggi, se i ristoranti cercano personale, in giro non ce n’è” e si dedica al suo sogno: quello di aprire una casa di riposo per cuochi a Parma. “Location già trovata, ora si pensa ai soldi per ristrutturarla”, Ma dallo staff, fanno sapere che Marchesi è stato invitato personalmente dal ministro Martina ad una riunione: “Non è la mancanza dell’invito in sé – dicono dall’ufficio stampa -, ma il fatto che sembri quasi una cosa scientifica, che si voglia approfittare del momento favorevole ad un certo tipo di personaggi, un momento storico in cui fa più notizia lo spettacolo e non la cucina italiana”.

“Meno male che Marchesi non sia andato al Forum da Martina, si sarebbe sentito come Mozart al Festival di Sanremo”; si leggeva su twitter.

Ma tant’è. Il forum c’è stato. E questo incontro con il ministro Martina segue di tre settimane l’Expo delle Idee che si è svolto all’Hangar Bicocca a Milano, quando il 7 febbraio vennero formati 42 tavoli tematici e uno aveva per tema la ristorazione del futuro. Che non comprende, almeno per il momento, Marchesi.

La chiusura è del ministro Martina: “Dobbiamo essere consapevoli della straordinarietà della nostra cucina che rappresenta già un grande attore economico e che ha ancora potenzialità formidabili da esprimere. Per farlo dobbiamo passare dall’esperienza individuale a un vero e proprio progetto collettivo, che possiamo collegare in modo diretto a un evento eccezionale come Expo 2015. Faremo vivere agli altri Paesi partecipanti la nostra realtà incredibile eno-gastronomica non solo come fatto identitario, ma anche come leva straordinaria del sistema Italia. La ricchezza del nostro patrimonio gastronomico e le tante professionalità, la passione e il genio dei nostri chef saranno protagonisti del racconto del nostro Paese anche oltre l’Esposizione di Milano. Anche su questo fronte dobbiamo imparare a fare squadra, partendo da un obiettivo comune: portare in alto la cucina italiana. Abbiamo discusso con gli chef di alcuni dei punti fondamentali per il settore: dalla formazione scolastica al rapporto con la pubblica amministrazione, dal tema del lavoro a quello dell'internazionalizzazione e della tracciabilità dei prodotti sia all’interno dei confini italiani che all’estero. La lotta alla burocrazia inutile va fatta anche in cucina, così come diventa decisivo saper comunicare meglio i grandi passi avanti fatti dall’Italia. Abbiamo talenti straordinari, dobbiamo valorizzarli meglio e far sì che diventino ancora di più ambasciatori anche della nostra agricoltura. Tutte questioni che – spiega il Ministro Martina – affronteremo in un secondo appuntamento del Forum, che si terrà il prossimo luglio proprio a Expo e che coinvolgerà non solo altri chef, ma anche altri Ministri del governo proprio per avanzare nel lavoro”. 
E se la presidenza di questa “Camera della cucina” fosse affidata a Gualtiero Marchesi? “Perché no?” dice Marchi. “Dipende come glielo chiederanno”, replicano dallo staff del Maestro.
Giorgio Vaiana