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L'intervento

Frutta secca, i benefici per il nostro corpo. “Ma attenzione a quanta ne consumate”

01 Aprile 2016
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di Manuela Zanni

Quali i pregi e quali i difetti della frutta secca? Si apre con questo interrogativo il primo dei dibattiti dedicato ai “Cibi della Salute” organizzato dal nostro giornale presso Sanlorenzo Mercato, il nuovissimo food store inaugurato pochi giorni fa a Palermo. 

Si è trattato di un focus dedicato alla frutta secca in occasione del quale Andrea Busalacchi, nutrizionista e collaboratore di cronachedigusto.it, ha esposto i benefici della frutta secca per il nostro organismo, le modalità di consumo e tutto cioè che è utile sapere. 

Per la sua straordinaria ricchezza nutritiva da sempre, la frutta secca è considerata di buon augurio sulle tavole dei giorni di festa,  tuttavia, perché la frutta secca sia realmente fonte di benessere e salute, è importante consumarla nel modo giusto e nella giusta quantità. Il problema, infatti, è rappresentato dalle calorie. Basti pensare che 10 noci hanno circa 350 kcal che è l'equivalente di un piatto di pasta. Questi valori ci aiutano a comprendere perchè la frutta secca non possa essere considerata un semplice snack spezza-fame, ma vada consumata con la giusta moderazione e al momento appropriato. Una dose accettabile di frutta secca è pari a 15-20 grammi al giorno, anche quando non si ha appetito, poichè in questa minima quantità riesce ad arricchire la nostra alimentazione di nutrienti, può essere assunta a fine pasto o come spuntino di metà mattina o pomeriggio affiancata da un frutto fresco. Importante essere certi di non avere allergie a qualche tipo di frutta secca, e comunque, variarne la tipologia ingerita per evitare di entrare in contatto sempre con lo stesso allergene, rischiando la sensibilizzazione. 

“Spesso si commette l'errore di sottovalutare i problemi che possono derivare da un errore di alimentazione credendo di non avere una particolare patologia – spiega Busalacchi – È proprio in questo caso che si hanno maggiori probabilità di ammalarsi di chi sarebbe predisposto a questa stessa  malattia perché ci fa maggiore attenzione. Dunque non esiste la predisposizione bensì la buona alimentazione”.
 
Dei dati sulla produzione di frutta secca in Sicilia ha parlato invece il professore Paolo Inglese, che si occupa di alimentazione e salute per conto dell'Università degli studi di Palermo. Nonostante la Sicilia sia una delle più importanti produttrici europee di frutta secca, il settore è in crisi poiché ci sono pochi operatori che producono e commercializzano questi prodotti sia sul mercato nazionale che estero. Ecco perché servono politiche di sostegno, una crescita della professionalità, oltre che l’aggiornamento delle tecniche di coltivazione, produzione e l’ammodernamento degli impianti di lavorazione.
I dati parlano chiaro. Quello della frutta secca è un settore che ha immense potenzialità, ciò che occorrono sono interventi concreti che ne aiutino il rilancio. Si pensi che in Sicilia si coltiva oltre la metà di tutta la mandorla prodotta in Italia (55 %, 21 mila ettari). Soprattutto nelle province di Agrigento (29 % del totale), Caltanissetta (21 %), Siracusa (19 %) ed Enna (18 %). A Messina, invece, domina la produzione del nocciolo con il 78 % della produzione regionale, seguita da Catania e Palermo. La Sicilia vanta, inoltre, la quasi totalità della produzione di pistacchio a livello nazionale, con il 98 % del totale. Catania è la provincia dove se ne producono di più (89 %) per il quale ha ottenuto il riconoscimento Dop nel 2009.

(Il nutrizionista Andrea Busalacchi e Francesca Landolina, che ha moderato l'incontro)

Ultima, ma non per importanza, è l'attenzione alla qualità poiché i prodotti scadenti possono contenere additivi e residui chimici poco salutari, inoltre, se non conservata in condizioni ideali, la frutta secca può essere fonte di sostanze nocive. Ecco perché vi sono aziende come quella di Riccardo Damiano, che si trova a Torrenova in provincia di Messina e che era presente all'evento, che hanno deciso di investirenon solo nell'ottimizzazione della filiera, ma anche in ricerca e sviluppo, studiando nuovi prodotti, elaborati sotto la supervisione di un tecnologo alimentare che ne assicuri la qualità. In azienda mandorle, pistacchi, nocciole, arachidi e anacardi vengono puliti, sgusciati, tostati o pelati dai 50 dipendenti. Una  parte dei frutti vengono ridotti in crema par farne burro da spalmare o per realizzare una pasta di nocciola e cioccolato  L'85 per cento dei prodotti Damiano finisce all'estero, negli Stati Uniti in primis, dove l'azienda ha una sede commerciale, ma anche in Canada, Francia e negli altri mercati europei, mentre gli unici clienti italiani sono Esselunga e NaturaSì.

Alla luce di questi interventi possiamo  concludere che la risposta alla domanda iniziale circa i benefici della frutta secca  può essere riassunta nel noto motto degli antichi latini  “in medio stat virtus” poiché per qualsiasi alimento l'abuso o la privazione, se non opportunamente sostituito,  può provocare scompensi nell'alimentazione e quindi nella salute.