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Il personaggio

Fulvio Bressan al naturale

26 Febbraio 2013
Fulvio_Bressan Fulvio_Bressan

Tra i vini assaggiati al Vi.Vi.T, al padiglione 11 del Vinitaly, lo scorso anno, quelli di Fulvio Bressan sono stati una rivelazione.

I suggerimenti degli amici appassionati e qualche informazione carpita in rete, mi hanno spinto diritto al suo banchetto.

In questo caso “banchetto” è un termine appropriato, perché è proprio l'impressione che dava davanti a quell'omone grande e grosso che mi sorrideva simpaticamente. Il gigante dei fagioli di Topolino, questo mi ricorda Fulvio Bressan.
La sua filosofia è bellissima, e lui è un comunicatore d'eccezione: “Fare il vino con i lieviti selezionati è come fare un figlio con gli spermatozoi di un altro” esordisce, lasciandomi ammutolito ad ascoltarlo. “Il vino naturale inizia in vigna. Qualsiasi roba chimica che io metto, finisce nel grappolo, e da li nel vino. È poiché io sono il primo fruitore di ciò che produco mi darebbe fastidio bere quelle schifezze.” Chiaro. Chiarissimo… più chiaro di così non si può. “E in cantina vale la stessa regola: niente schifezze chimiche e nessun tentativo di manipolare l'aroma del vino con enzimi e robe del genere.”

Ma come sono questi vini naturali di Fulvio? Capisco che non è un descrittore tecnico, però la prima parola che mi viene in mente è buonissimi. Subito seguita da inebrianti. La famiglia Bressan coltiva viti a Farra D'Isonzo, Gorizia, sin dal 1726. I vigneti Bressan si trovano a circa 50 metri sul livello del mare, su colline di ghiaia fluviale adagiata su argille e marne arenarie, in prossimità del fiume Isonzo, protette dall'arco delle Alpi Giulie. I 25 ettari complessivi sono vitati, per 20 ettari circa, a Schioppettino, Friulano, Malvasia, Ribolla Gialla, Verduzzo, Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, Pignolo. 
 
 I vini sono tutti di qualità medio-alta, ma quelli chi i hanno colpito di più, magari per una mia predisposizione naturale o per la sequenza di assaggi già effettuati in precedenza, sono senza ombra di dubbio lo Schioppettino, il Pignol e il Pinot Nero, tutti dell'annata 2009. Lo schioppettino, o Ribolla Nera, è un vino di ampia intensità e corpo. Di colore rosso rubino, non completamente penetrabile dalla luce. Al naso rivela un misto di aromi di piccola frutta rossa e ribes scuro, seguiti da ricordi di amarena e da strani sentori di pane caldo appena sfornato. L'insieme è caldo e avvolgente. Il palato è acido senza eccessi, consistente, e con una fine tessitura tannica. La retrolfazione richiama il ribes nero ed i vaghi sentori di pane, con una lunga e piacevole persistenza.

Il Pinot Nero, nella sua enorme variabilità espressiva, riconosce in queste terre friulane un suo profilo abbastanza tipico. Di colore lievemente più intenso, rispetto alle tradizionali trasparenze a cui ci abitua questo vitigno, accomuna ai prevedibili aromi di piccola frutta rossa e lampone, sentori lievemente speziati e un fumé cinerino. Al palato è sottile ed elegante, con tannini appena accennati, e un finale di media persistenza che ci riconduce agli aromi di apertura. Il Pignol si presenta rosso rubino, poco penetrabile, con sfumature porpora. Il naso è segnato da sottili speziature che ricordano il pepe, la noce moscata e i chiodi di garofano. Al palato è intenso ed avvolgente, con un'acidità degna di menzione. La retrolfazione suggerisce mora, lampone, ribes con ritorni speziati. Il finale è piacevolmente lungo.      

Azienda agricola Bressan
Via Conti Zoppini, 35
34070 FARRA D'ISONZO (Gorizia)
Friuli – Italy
Tel. ++39 0481 888 131
Fax ++39 0481 88 98 24 // 0481 88 81 31
Info: bressanwines@tin.it

Massimiliano Montes (gustodivino.it)