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La degustazione

Grottaferrata, i produttori chiedono la menzione geografica: “La nostra identità”

07 Luglio 2020
Tiziana_Torello_e_Emanuele_Ranchella Tiziana_Torello_e_Emanuele_Ranchella

di Marco Sciarrini

Serata storica quella avvenuta a Grottaferrata alle porte di Roma negli splendidi Castelli Romani.

Nel corso della serata, organizzata da Romawinexperience di Saula Giusto, Emanuele Ranchella, proprietario dell’omonima cantina, e Tiziana Torelli, dell’azienda Villa Cavalletti, hanno presentato i loro vini. Location d’onore La Casina del Buongusto, di Nunzio Panetta. La serata ha visto anche la presentazione dell’Associazione Vignaioli In Grottaferrata, alla quale partecipano anche altre quattro aziende, presentazione abbinata a quella di Gustati di Grottaferrata, formata, per ora, da nove ristoratori, che in sinergia con l’Associazione Vignaioli, si propongono di promuovere il territorio con la valorizzazione dell’enogastronomia per costruire un progetto che possa fare rete al fine di far conoscere questo angolo d’Italia sconosciuto ai più. Non è rimasta per troppo tempo taciutala la speranza di poter creare per questi vini la menzione di sottozona con il nome di “Grottaferrata”, per poter dare un riferimento ed una riconoscibilità a questi prodotti. Riconoscibilità dovuta ad un territorio unico influenzato da terreni vulcanici dovuti alle frequenti eruzioni avvenute secoli or sono e che hanno caratterizzato e stratificato i terreni donandogli minerali pregiatissimi per l’allevamento della vite.

La storia delle due aziende vede la famiglia Ranchella a Grottaferrata nel 1857 dalle Marche, come coloni pontifici per aumentare la popolazione del giovane Comune Castellano appena costituito. Da allora la famiglia. iniziò ad allevare la vite. La tradizione continuò anche nel dopoguerra, diventano fornitori di numerosi ristoranti romani sino a raggiungere livelli tali da essere scelti come fornitori privilegiati dalla Guardia Svizzera Pontificia. La superficie totale dell’azienda è di circa 15 ettari. Oggi l’azienda viene condotta dall’erede della famiglia Emanuele, agronomo e vignaiolo ed è composta da due appezzamenti, uno posto sulla via Anagnina in località Villa Senni, l’altro nel cuore di Valle Marciana, che era in origine uno dei tanti crateri del Vulcano Laziale, divenuta poi lago e in seguito, prosciugandosi, terra fertile e ricca di minerali utili per lo sviluppo della viticoltura. Le grotte antiche, presenti in cantina, sono scavate nella stratificazione dell’antico vulcano, a circa 12 metri di profondità, per mantenere i vini ad una temperatura gradevole e costante. Racconta Emanuele: “Crediamo nei potenziali dei vitigni coltivati con dedizione e caparbietà dai nostri padri, mantenendo integra una tradizione che ci rende, al momento, pionieri con due vini bianchi, Ad Decimum e Virdis”.

Villa Cavalletti è una delle residenze più conosciute dei Castelli Romani, a sud-est di Roma, proprio all’interno di un vulcano. Si tratta di una fra le poche Ville Tuscolane, cinque secoli di storia, ed è collocata tra un parco secolare e una tenuta agricola con oliveto e vigneto, con una spettacolare vista su Roma. La sua storia è da sempre legata al mondo cattolico, basti pensare che nel Secondo Dopoguerra divenne Curia Generalizia della Compagnia di Gesù e alle periodiche riunioni vide più volte la partecipazione di Papa Francesco, allora Padre Provinciale dei gesuiti argentini. Successivamente divenne sede della Comunità Cattolica d’Integrazione e dal 2003 della prestigiosa Accademia per la Teologia del Popolo di Dio su impulso dell’allora Cardinale Ratzinger, luogo di incontro tra le religioni monoteiste. Nel 2014 la Comunità Cattolica si trasferì e il complesso subì un graduale processo di rigenerazione sostenibile ed ecocompatibile con il censimento di ogni singola essenza del Parco Storico ai fini della sua conservazione e tutela; anche la tenuta agricola ha subito una progressiva ristrutturazione in bioedilizia degli edifici. L’azienda San Marco, in collaborazione con la nuova proprietà di Villa Cavalletti, ha intrapreso un lavoro di recupero del vigneto storico dei Gesuiti e un reimpianto di varietà e cloni attentamente selezionati per il particolarissimo terroir di Villa Cavalletti. L’Azienda si è inserita nel più ampio progetto di Vulcanica, volto alla creazione di quattro aziende agricole dedicate alle quattro importanti colate laviche presenti nel comprensorio. Ed è in corso un importante progetto di studio e analisi in collaborazione con il geologo Antonello Lezziero e la geologa Elena Carpentieri. Il progetto verrà presentato con la nuova annata 2020 dei vini bianchi aziendali. Il vigneto di Villa Cavalletti ha un’estensione di 6 ettari. Il sito è di interesse preistorico, infatti, quando nel 1902 il Marchese Cavalletti realizza il vigneto, viene trovato un sito neolitico di straordinaria importanza la cui la collezione oggi è esposta al Museo Pigorini di Roma. La gestione del suolo avviene nel rispetto del metodo Biologico.

Questi i vini degistati abbinati a vari piatti

Villa Cavalletti

Spumante Brut Igt Lazio
Malvasia Puntinata e Trebbiano giallo. Raccolta anticipata e vinificazione con metodo Charmat lungo, a contatto con i lieviti per almeno sei mesi. Colore giallo paglierino, perlage fine, al naso floreale fiori bianchi e fruttato, mela verde e la pera con una nota fragrante di crosta di pane, al palato ampio il sorso dove le note olfattive accompagnate ad una mineralità vivace concludono in un finale persistente.

Meraco Rosso Igt Rosso Selezione 2017
Il nome del vino deriva dal termine latino meracus che significa sincero. Cesanese in purezza, ottenuto da un leggero appassimento in pianta delle uve. Colore rosso rubino intenso, al naso frutto maturo di frutti rossi e ciliegia nera, marasca, amarena in confettura ma anche note floreali di viola, al palato rimane la nota matura dei frutti accompagnata da una persistente vena acida. Attualmente recensito per la Guida Veronelli 2020.

Roma Doc Rosso Riserva 2015
Montepulciano 80%, Cesanese 20%. Affinamento: minimo 12 mesi in barrique. Colore rosso rubino intenso con riflessi granati. Al naso nota fruttata di frutti rossi maturi, nota floreale di fiori rossi appassiti accompagnato da note speziate di pepe nero e noce moscata.

Emanuele Ranchella

Virdis 2018 Vino Bianco Igp Lazio
Trebbiano Verde in purezza prodotto nella Valle Marciana, coltivato già dai romani. Parente stretto del Verdicchio, grazie ad una ricerca fatta dall’Arsial. Terreno vulcanico, sciolto, profondo, ricco di minerali. Colore giallo con riflessi verdi caratteristici del vitigno. Profumo agrumato, floreale, gusto sapido fine. Al naso spiccano note agrumate di cedro e lime, al palato fresco sapido.

A.D. Decimum Roma Doc Bianco 2017
Il nome deriva dalla posizione del tenimento di A.D. Decimum che si trova al decimo miglio della via Latina. Malvasia puntinata, Trebbiano Verde, Trebbiano Giallo i vitigni. Allevamento a Guyot. Pressatura soffice e macerarazione per 24 ore a temperatura controllata. posto in vasche d’acciaio segue la fermentazione di circa una ventina di giorni, segue 5-6 mesi sulle fecce fini, fermentazione malolattica parzialmente svolta. Di colore giallo paglierino intenso, al naso fruttato di pera e pesca gialla matura, ed anche floreale fiori bianchi, al palato, fresco ed avvolgente dove ritornano i sentori fruttati che trovano una lunga persistenza.

A.D. Decimum Roma Doc Bianco 2018
Stessi procedimenti del 2017, colore giallo paglierino, profumi di frutta matura, floreale, sorso pieno, avvolgente e di lunga persistenza.