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Scenari

Lockdown, la ricerca di FederVini: “Consumi a fine anno in calo del 29 %”

03 Agosto 2020
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L’emergenza coronavirus e il lungo lockdown per contenere il contagio affossano i consumi fuori casa di vino, amari e liquori nel 2020.

Per il vino in bottiglia in una ricerca di Federvini e Tradelab, si stima una chiusura d’anno con una flessione del 29% a valore rispetto ai consumi del 2019, mentre il calo dei consumi del mercato fuori casa complessivo del food&beverage dovrebbe essere del 33%. Per il comparto della ristorazione, tra i più attivi tradizionalmente nell’erogazione del prodotto vino nel mercato dei consumi fuori casa, si ipotizzano risultati migliori rispetto ad altri canali, soprattutto per i locali di fascia medio alta, che contribuiscono per il 40% al valore totale del venduto, con un impatto previsionale del -26%. I ristoranti di fascia alta, generalmente frequentati per la cena, stanno reagendo meglio (-25%) rispetto a quelli di fasce inferiori, abitualmente dedicati al pranzo (-30%) e penalizzati dalla diffusione dello smart working, specialmente nelle grandi città. Punto di debolezza è rappresentato dalla riduzione del turismo proveniente dall’estero. In questo caso l’impatto sui consumi è pari a una flessione del 63%. La variazione delle vendite del vino a valore nel 2020 avrà un andamento a ‘V’: ad aprile si è registrato il picco negativo (-90%) con una inversione di tendenza da giugno, per chiudere a dicembre a -6%.

“Gli impatti sul settore sono molto rilevanti – spiega Sandro Boscaini, presidente di Federvini – Le imprese sono già in difficoltà per la carenza generale di liquidità, per la pesantezza degli stock e vanno supportate con azioni puntuali ed energiche: la detassazione degli utili realizzati grazie all’export potrebbe ridare un pò di ossigeno e al circolante e agli investimenti”. La situazione del comparto spiriti è ancora più negativa. Si ipotizza una chiusura del 2020 in calo del 34%. L’impatto maggiore si registra nel contesto dei locali serali e notturni, nei quali si concentra la gran parte delle vendite, con discoteche e bar serali che realizzano il 33% dei consumi totali. Quest’anno si prevede un crollo del 63% per le discoteche e del 31% per i bar serali. L’andamento del settore spiriti è simile a quello registrato per i vini, seppur con maggior flessione: un picco negativo del -97% in pieno lock-down e una risalita lenta che culmina a fine 2020 con una stima di contrazione tra il 15% e il 20%. “Il settore dei vini e degli spiriti è fortemente provato – sottolinea Boscaini – L’horeca rappresenta il principale canale di vendita in particolare dei prodotti di fascia più alta e il blocco dei flussi turistici ha ulteriormente aggravato lo scenario. Le aziende hanno bisogno di un forte supporto da parte dello Stato in termini di sburocratizzazione e di rilancio. Inoltre, sono indispensabili azioni mirate a sostenere il settore attraverso una campagna di promozione in grande stile, dedicata alle nostre eccellenze che sono trainanti per l’export agro-alimentare, in modo da presidiare la distribuzione all’estero faticosamente acquisita negli anni ed incentivare una capillare presenza italiana nel mondo. Il nostro comparto -conclude Boscaini- sta andando verso un progressivo assottigliamento di tutti gli incrementi di vendita all’estero, registrati negli ultimi cinque anni”.

C.d.G.