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Scenari

Mercato interno del vino, proiezioni positive “ma è necessario lavorare in sinergia”

26 Febbraio 2016
DOMENICO_ZONIN_PRESIDENTE_UNIONE_ITALIANA_VINI DOMENICO_ZONIN_PRESIDENTE_UNIONE_ITALIANA_VINI


(Domenico Zonin)

“Dobbiamo fare più sistema con tutti i soggetti del territorio: aziende, ristoranti, enoteche, sommelier, distribuzione organizzata, per condividere e promuovere un processo culturale univoco che premi sia il mondo del vino sia i consumatori”.

Con queste parole Domenico Zonin, presidente Unione Italiana Vini, ha chiuso oggi i lavori della Tavola Rotonda dal titolo: “Mercato interno del vino: quali le prospettive del 2016?” organizzata presso Poderi dal Nespoli in provincia di Forlì Cesena da Unione Italiana Vini, in collaborazione con Foragri, con l'obiettivo di fornire una panoramica complessiva sullo status e sulle prospettive del comparto vitivinicolo per il 2016, dialogando con le Istituzioni e con i più autorevoli esponenti del mondo vitivinicolo nazionale, i rappresentanti della Gdo, della ristorazione, delle enoteche, con il supporto dei dati forniti dall'Osservatorio del Vino.

“Il consumo di vino al ristorante nei prossimi due anni è stimato possa crescere di oltre 8% con una predilezione verso i vini locali o regionali (94,5% degli intervistati) – ha detto Zonin -, a suffragare il concetto dell'importanza del territorio, e con una forte tendenza a consumare vini al bicchiere (94% degli intervistati), indice del fatto che la modalità di consumo è cambiata e che dobbiamo muoverci per trovare le formule opportune per essere al passo col tempo. La cultura della qualità e del territorio, anche per la distribuzione moderna, saranno il focus su cui concentrare gli sforzi nei prossimi anni”.

Presenti tra i relatori: Simona Caselli, Assessore Agricoltura Regione Emilia Romagna; Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor Nomisma per Osservatorio del Vino; Roberto Bianchi, Direttore Foragri; Alessandro Bruni, Direttore Grocery Coop 3.0; Alessandro Rossi, Responsabile del Progetto vino Partesa Emilia Romagna;Luciano Sbraga, Direttore centro studi Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe), Confcommercio; Andrea Terraneo, Presidente dell'associazione delle enoteche Vinarius.
“La reputazione dei nostri prodotti – aggiunge Simona Caselli, Assessore Agricoltura Regione Emilia Romagna – si fa qui, sul territorio. Sono la qualità prodotto, il luogo di produzione, la relazione con la gente, che ti fanno riconoscere. La nostra gastronomia sta ottenendo risultati straordinari, costruendo attenzione sui nostri prodotti e trainando il turismo. Però dovrà sempre più essere unita al mondo del vino, dovranno viaggiare insieme per portare soddisfazione maggiore per tutti. Il lavoro sulla qualità va spiegato e serve attenzione complessiva affinché non diventi fuori portata per i consumatori. Serve equilibrio e la ristorazione in questo è molto importante. Si deve ragionare, in sintesi, in termini di sistema”.

“La cosa certa, almeno così i dati di Fipe ci dicono – spiega Zonin – è che dobbiamo insistere sul tema della cultura perché, se ben l'85% dei consumatori intervistati ritiene di non conoscere il vino, significa che da qui dobbiamo partire per promuoverlo attraverso un marketing della conoscenza, per il quale siamo disposti ad investire. La qualità non basta più per essere competitivi, ma deve essere supportata da un processo di crescita culturale da parte sia delle aziende sia del consumatore. Il territorio e la tradizione sono fattori prioritari per raccontare il nostro vino e sempre più dobbiamo imparare ad insistervi per far capire la complessità e l'unicità che siamo capaci di esprimere attraverso i nostri prodotti. Aiuteremo così anche il consumatore a recepire il vino non come semplice bevanda ma come il prodotto finale di un sistema responsabile, appassionato e ricco di professionalità. Questo farà la differenza per crescere in primis sul mercato interno e poi sul mercato estero, grazie ad una migliorata percezione che deriverà proprio da questa nuova cultura”.

C.d.G.