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Scenari

Montepulciano, al Vinitaly in anteprima svelati i vini del progetto Pieve

05 Aprile 2023
Montepulciano Montepulciano

Potremmo anche definirli delle fortunate cavie i partecipanti all’evento organizzato dal Consorzio Vino Nobile di Montepulciano sul “Progetto Pieve: inizio di una nuova storia”, visto che hanno potuto assaggiare in anteprima 12 campioni dei vini della vendemmia 2021 che saranno disponibili dell’anno prossimo. In pratica, nel bicchiere sono arrivati i primi risultati di quei vini che dal 2024 saranno sul mercato con in etichetta l’indicazione le Uga, Unità Geografiche Aggiuntive, che sono Argiano, Ascianello, Badia, Caggiole, Cerliana, Cervognano, Gracciano, Le Grazie, San Biagio, Sant’Albino, Vallardenga e Valiano. Un’anticipazione della completa e consapevole mappa delle differenze tra le varie aree di produzione delle storiche Pieve poliziane. Che è un modo per garantire la tutela storica dello studio delle vendemmie e conoscere meglio il territorio.

“Una scelta che ci trasforma da battistrada ad utilizzatori finali dopo avere avuto la disponibilità della mappa delle differenze tra le varie aree di produzione delle Pieve poliziane”, ha detto Andrea Rossi, presidente del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano prima di dare il via all’assaggio dei vini ma, anche, alla presentare il progetto “Alle radici del Vino Nobile di Montepulciano”, uno studio effettuato da Simone Rampelli, Enrico Nanetti e Marco Candela dell’unità di “Microbiome Science and Biotechnology” del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna sui microbiomi che vivono a stretto contatto con le radici delle viti e nel terreno dei vigneti di Montepulciano, con il focus principale rivolto alle 12 Pieve, mappandone le caratteristiche peculiari per ogni Unità Geografica Aggiuntiva. Nel progetto Pieve attualmente sono coinvolte una cinquantina di cantine impegnate a selezionare partite di vino che una volta imbottigliato, potrà essere proposto con l’indicazione in etichetta dei toponimi territoriali delle antiche Pieve in cui era suddiviso il territorio in epoca tardo romana e longobarda. Un percorso che secondo la dirigenza del consorzio toscano si completerà sicuramente fra un paio di anni con al centro della ricerca il vino ottenuto prevalentemente da uve sangiovese, ma anche da eventuali vitigni complementari che siano, però, varietà di antica coltivazione locale.

Con lo studio dell’Università di Bologna, secondo le osservazioni fatte nel corso dell’evento del Vinitaly e già apparse su WineNews, si è accertato che i microbiomi della radice e del terreno sono ormai una componente integrante della pianta che media l’assorbimento delle sostanze nutritive a livello radicale e aiuta la vite nella resistenza agli stress biotici e abiotici. Questo significa che questi microbiomi sono fondamentali per la salute della vite e in questi termini possono influenzare le rese produttive e la qualità del prodotto finale, caratterizzandosi a seconda delle diversità dei terreni. I campioni di microbiomi raccolti nelle 12 Pieve di Montepulciano sono stati sottoposti al sequenziamento del loro Dna, per la loro caratterizzazione e, dopo un confronto con i microbiomi di vigneti provenienti da tutto il mondo è stato possibile ricostruire, a cascata, le varie differenze ed identità fino ad arrivare alla determinazione di quelli caratterizzanti le unità geografiche aggiuntive del territorio del Nobile di Montepulciano. E, quindi, l’evento organizzato dal Consorzio Vino Nobile di Montepulciano, ha mostrato che la ricerca dell’Università di Bologna è arrivata ad un primo ed importante traguardo: i microbiomi del territorio di Montepulciano hanno una loro configurazione caratteristica rispetto agli altri, ma soprattutto ogni Pieve possiede una sua configurazione peculiare, con specie microbiche caratteristiche.
L’anno prossimo avremo modo di valutare meglio i vini con in etichetta l’aggiunta Unità Geografiche Aggiuntive.