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Il personaggio

Piemonte Land cresce: “Struttura complicata, ma è la sintesi del vino piemontese”

24 Aprile 2018
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Parla Filippo Mobrici, presidente del consorzio della Barbera d'Asti e Monferrato e anche a capo del nuovo “mega consorzio” che raccoglie il 90 per cento delle Doc e Docg piemontesi


(Filippo Mobrici)

di Aurora Pullara

Dalla Calabria si è trasferito al nord prima per studio e poi c'è rimasto per amore: amore per sua moglie e per una terra che ha imparato ad apprezzare con le sue tante eccellenze. 

Stiamo parlando di Filippo Mobrici, presidente del Consorzio della Barbera D'Asti e Vini del Monferrato, eletto nei mesi scorsi anche numero uno di Piemonte Land: il consorzio dei Consorzi che promuove il 90% delle Doc e Docg piemontesi. E’ agronomo alla Bersano di Nizza Monferrato ed è, anche, il presidente del Gal (gruppo di azione locale) del Sud Astigiano. Lo abbiamo incontrato al Vinitaly e ci ha raccontato la sua storia e i suoi progetti, in primis Piemonte Land: “E' una struttura complicata, è la sintesi del vino piemontese, non si può ancora fare un bilancio di questi primi mesi, a sensazione – spiega Mobrici – è una struttura che se utilizzata bene può dare tanto al Piemonte, in modo univoco si presenta anche in Italia. Diversità come ricchezza e unità nella promozione. E' una grande opportunità, deve ancora esprimere tutte le potenzialità, abbiamo un futuro da costruire”.

Che aiuto da il Consorzio alle aziende e ai produttori all'interno del Vinitaly?
“Aiutiamo i piccoli produttori e le piccole aziende a poter essere presenti, lo facciamo al Vinitaly ma anche alle altre fiere del mondo. Qualcuno lamenta che noi siamo troppo presenti, però noi consentiamo con un desk collettivo a tutti di essere qui”.

Parola d'ordine?
“Vitigni autoctoni. Come Consorzio abbiamo due sfide: la prima sfida è la Barbera D'Asti che esportiamo al 60% e dobbiamo far conoscere sempre più, però non dobbiamo dimenticare i 50 vitigni autoctoni coltivati in Piemonte, una biodiversità che il mondo ci invidia e ci stiamo adoperando a promuoverla, soprattutto in Italia stessa, dove ancora il mercato è saturo e ci dobbiamo fare spazio”.