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Quote latte addio, Martina: “Ripartire dopo anni di malagestione”

02 Aprile 2015
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Chiuso il trentennale capitolo delle quote latte, una nuova stagione si apre per il settore zootecnico. E da Bruxelles a Roma, in quella che è stata definita una giornata evocativa, gli allevatori sono scesi in piazza con tutte le ansie, i timori e le speranze che accompagnano ogni rito di passaggio. 

Tutti chiedono sostegni, temendo un crollo del prezzo alla stalla e più concorrenti esteri, ma ben diversi sono i toni. 
A Bruxelles una veglia solenne, con tanto di marcia funebre, ha simbolicamente accompagnato il varco nel buio e la protesta dell'organizzazione European Milk Board che ha chiesto urgenti misure anti-crisi per il settore del latte europeo. A Roma toni più ironici, con gli allevatori della Coldiretti che dicono, a mo' di spot con George Clooney, “no latte no Expo” e chiedono alle mamme italiane di comprare latte made in Italy. Latte che dalle prossime settimane sarà riconoscibile sugli scaffali grazie al nuovo logo “Latte 100% italiano” promosso dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, che lo ha inserito tra le azioni strategiche per accompagnare il settore. La fine del regime delle quote latte “deve anche essere l'inizio di una nuova stagione” ha dato la carica il ministro, presente alla manifestazione Coldiretti. 

“Per la prima volta – ha proseguito il Ministro – abbiamo un logo unico per il latte fresco italiano e avvieremo una campagna di promozione mai fatta in questo Paese per rilanciare i consumi. Da qui ripartiamo per sostenere il settore, lavorando anche in prospettiva. Nel 2016, infatti, avvieremo il programma europeo 'Latte nelle scuole'. C'è poi un grande tema aperto che è il rafforzamento degli strumenti contrattuali e una migliore organizzazione interprofessionale della filiera, soprattutto a sostegno degli allevatori. Il Governo c'è, vuol fare la sua parte, lasciandosi alle spalle anche una cattiva gestione del settore lattiero-caseario”. 
Solo 1 stalla su 5 è sopravvissuta al regime delle quote latte che finisce oggi, lasciando in vita in Italia appena 36 mila allevamenti.

“In Italia – per il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – esiste uno squilibrio contrattuale lungo la filiera che determina un abuso, da parte dei trasformatori, della loro posizione economica sul mercato. Per questo la Coldiretti e il Codacons hanno chiesto con un esposto di fare luce sugli abusi di dipendenza economica a danno dei produttori di latte fresco all'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato”.

E il ministro Martina ha auspicato l'apertura da parte del Parlamento di una commissione d'inchiesta sulla gestione, a suo giudizio, “scandalosa da parte della vecchia politica” della vicenda, costata a ciascun italiano oltre 70 euro, con 4,5 miliardi di euro pagati dall'Italia a Bruxelles per le annose multe dei splafonatori.

C.d.G.