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Scenari

Reale, Assessore all’Agricoltura Regione Sicilia: “Fino ad ora la politica ha voltato le spalle alla pesca. Ridaremo dignità al comparto”

30 Giugno 2014
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Paolo Ezechia Reale

I dati presentati in occasione del rapporto Annuale sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia non lasciano dubbi.

Fino al 31 dicembre 2013 risultano operativi nei quarantotto porti pescherecci duemilaottocentonovantadue battelli (erano 2.949 nel 2012 e 3.035 nel 2011) con una stazza lorda complessiva di 49.995 GT. Questi numeri tradotti, raccontano di un vero esodo dalla pesca con una perdita di lavoro pari a più del 50%. Dati allarmanti che impongono una seria riflessione, ma dei quali è fortemente consapevole l’Assessore Regionale Ezechia Paolo Reale, presente oggi alla presentazione del Rapporto Annuale sulla Pesca e l’Acquacoltura in Sicilia” e svoltasi presso la Direzione Generale di Banca Nuova a Palermo.

L’assessore Reale, animato da un forte spirito di servizio, per quanto riguarda il suo Assessorato ha dei progetti e delle idee nuove che comunicherà il prossimo ottobre, nell’immediato però intende: “far cambiare rotta alla Regione siciliana che negli anni precedenti non è riuscita a dare la giusta attenzione alla pesca. Potremmo dire che si sono voltate le spalle al mare per guardare l’entroterra. Scontiamo adesso una serie di inesattezza e di mancate presenza anche a Bruxelles“.  

L’approvazione della nuova politica comune della pesca decisa dall’Unione europea impone alla Regione Siciliana nuovi compiti e programmi adeguati per la pesca siciliana. Cosa si sta facendo al riguardo?
“Il mondo della Pesca sembra essere trascurato dalla politica. E’ un settore che deve essere risollevato e in questa direzione lavoreremo. I dati negativi che oggi abbiamo sentito servono per poter fare una corretta programmazione che sarà partecipata. Per coloro i quali intendono intravedere un futuro nuovo per la pesca, e io sono tra essi, è questa una occasione che non ci faremo scappare anche perché grazie all’Osservatorio abbiamo dei dati scientifici che ci aiuteranno a cambiare rotta e dai quali partiremo per dare risultati nuovi e diversi e in grado, soprattutto, di guardare lontano rispetto alla programmazione precedente”.      

Molti giovani stanno ritornando all’agricoltura ripensandola però con un paradigma moderno e ispirato al biologico. Quale futuro è possibile ipotizzare per loro nella pesca, utilizzando magari il sostegno che l’Europa offre a questo settore?
“Questa è una cosa che mi auguro, purtroppo però non mi sento di essere ottimista perché i giovani che puntano sull’agricoltura, mirano ad una produzione di qualità facendo anche largo uso delle nuove tecnologie e hanno anche grandi capacità imprenditoriali. Oggi poi il concetto di agricoltore sembra essere ormai paragonato a quello di un intellettuale. In generale le persone sembrano,invece, non riconoscere la dignità sociale del pescatore che considerano ai margini della società. Bisogna lavorare molto anche su questo fronte per ridare dignità sociale a questo mestiere. Anche in questo campo sono necessarie delle competenze e delle tecnologie esclusive che non tutti possiedono. La cultura del mare deve essere rivalutata e ripensata.  Approfitto anzi di questa occasione per fare appello a tutti gli operatori, anche culturali, per cercare di ridare luce ad un categoria e ad un settore oscurato che può dare tanto”.

Come si sta preparando il suo Assessorato per il prossimo Expo 2015?
“In questo momento è tutto in fieri a causa degli ultimi scandali che hanno colpito la manifestazione. Stiamo adesso trattando con la Società Expo che ha vissuto dei momenti di grandissima difficoltà per riorganizzare i nostri spazi. Stanno comunque lavorando bene. A breve partirò per Milano proprio per definire meglio il nostro ruolo all’interno dell’Expo. Siamo sicuri che avremo gli spazi richiesti precedentemente e che saremo protagonisti dell’evento. E in questa grande vetrina ci sarà certamente la pesca siciliana”.  

Lei è al timone dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura  da poco tempo. Quali saranno le priorità del suo mandato per riuscire a dare una svolta concreta ad una terra che, pur avendo tutte le risorse naturali pensabili e un patrimonio artistico invidiato da tutto il mondo, sembra rimanere sempre il fanalino di coda dell’Europa?
“Per cambiare veramente le cose basterebbe ridare dignità alle scelte della politica e alle persone che stanno lavorando nei settori qualificanti quali agricoltura, pesca e l’ agroalimentare in generale. Sono queste le chiavi di volta che ci consentiranno di uscire dalla crisi. Non è così difficile come si pensa. Si tratta di riappropriarci di un nuovo approccio culturale alle soluzioni che sembrano soltanto economiche e di fare bene le cose mirando seriamente all’effettivo sviluppo culturale ed economico della propria terra”.

Cosa fare per dare una luce di speranza ad un settore quale quello della pesca in cui si parla di sfiducia e di disperazione?
“Per la Pesca questa luce di speranza al momento non c’è. Siamo sicuri, però, che la daremo con la nuova programmazione. Nel settore dell’agricoltura la situazione è diversa. Il mondo del vino da questo punto di vista è un modello di successo solido che dà anche un prestigio culturale. Un esempio che deve fare scuola perché può essere riproposto per gli altri prodotti di eccellenza siciliani. Il vino è più avanti rispetto alle altre eccellenze agroalimentari, ma è un modello raggiungibile da tutti gli altri settori dell’agroalimentare e che non si accontenta soltanto dei successi raggiunti oggi, ma che intende volare ancora più in alto”.  

Rosa Russo