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La degustazione

Ruffino, la verticale che guarda agli anni ’70, Sartor: “I vini custodi dei nostri territori”

10 Ottobre 2022
Filippo Bartolotta, Sandro Sartor e Gabriele Tacconi - ph Canio Romaniello Filippo Bartolotta, Sandro Sartor e Gabriele Tacconi - ph Canio Romaniello

di Michele Pizzillo

Sandro Sartor, presidente e amministratore delegato di Ruffino, da una piccola pedana collocata per rendere più visibili gli oratori, pronunciando lo slogan “Il futuro è di chi lo ha cominciato. Il futuro inizia oggi”, dà l’avvio alla serata dedicata alla presentazione del progetto relativo al nuovo corso intrapreso dalla storica azienda toscana fondata nel 1877 a Pontassieve.

L’iniziativa è stata organizzata in una location davvero fantastica come Villa Necchi Campiglio, nel centro di Milano e riservata ad un selezionato gruppo di ospiti che hanno potuto vedere in anteprima la nuova etichetta di uno dei vini icona dell’azienda, il Chianti Classico Riserva Ducale Oro Gran Selezione (che è stato anche degustato nel corso di una verticale che definire storica è davvero poco) che solo a citare il nome inorgoglisce lo stesso Sartor. E tutto sotto lo “sguardo” di una sorta di guardiani come una mezza dozzina di bottiglie tra Chianti Stravecchio 1927 e Riserva Ducale Oro del 1947, mentre i sommelier provvedevano a versare Chianti Classico Riserva Ducale Oro delle vendemmie 1977, 1982, 1988, 1996, 2000 e 2018 e il wine writer internazionale Filippo Bartolotta, affiancato da Gabriele Tacconi, enologo di Ruffino, raccontava i vini in degustazione e aggiungeva note storiche e curiose su una grande azienda che da subito ha portato in giro per il mondo il vino italiano.

(La sala degustazione – ph Canio Romaniello)

La verticale ha rappresentato il clou di una bella serata tutta dedicata alla Riserva Ducale Oro, attraverso 5 decadi, dagli anni ’70 ai giorni nostri. Un’etichetta che è diventata uno dei simboli di Ruffino. Se la creazione del Chianti Stravecchio, all’inizio dello scorso secolo, consentì all’azienda fondata dai cugini Ilario e Leopoldo Ruffino di diventare fornitore ufficiale della Casa Reale d’Italia, la nascita della Riserva Ducale nel 1927, e successivamente quella della sua evoluzione “Oro” nel 1947, hanno consentito all’azienda di Pontassieve di poter custodire e tramandare sino ad oggi un pezzo importante della storia della viticoltura e dell’enologia toscana e italiana. Tant’è che il presidente Sartor dice: “Stasera abbiamo avuto la fortuna di poter apprezzare, a distanza di molti anni dalla loro nascita, vini che sono stati realizzati dal lavoro di persone che erano in azienda prima di noi. Mi piace pensare che a distanza di alcune decenni si possa ancora parlare di questi vini perché qualcuno è stato in grado di custodire i terreni e l’ambiente nei quali vengono prodotti”. Un’affermazione che sottolinea come per Ruffino, la valorizzazione di vere e proprie opere d’arte come la Riserva Ducale Oro, è possibile solo se inserita all’interno di un approccio che consente di custodire l’ambiente nel quale nascono. Ecco perché “per noi il concetto di sostenibilità significa molte cose”, puntualizza Sartor che poi entra nei dettagli delle scelte che hanno portato all’adozione del progetto di responsabilità sociale nato nel 2018 con il nome di Ruffino Cares: “essendo agricoltori il fattore ambientale è molto importante e su questo ci sentiamo custodi del territorio che abbiamo a disposizione. Oggi, il 51% dei vigneti di Ruffino ha completato il percorso di conversione al biologico ed entro due anni si completerà definitivamente coprendo il 100% della superficie vitata. Ma non solo, Ruffino abbraccia tutti gli aspetti della sostenibilità, oltre a quello ambientale anche quello sociale ed etico che sono fondamentali per mettere in pratica una cultura aziendale realmente responsabile”.

(Sandro Sartor – ph Canio Romaniello)

La degustazione, che ha visto protagoniste sette annate di Chianti Classico Riserva Ducale Oro – 1977, 1982, 1988, 1996, 2000, 2014 e 2018 –, è stato un viaggio affascinante, ed anche emozionante, perché ha permesso di testare la grande energia e integrità di vini in grado di sfidare il tempo, ma anche di immergersi nella storia di un’azienda che ha sempre portato avanti il desiderio di voler innovare stile e contenuti, partendo da solide radici e un’eredità più che centenaria. Sono proprio queste le basi della decisione di procedere al rinnovamento delle etichette che si inserisce all’interno di un percorso di restyling complessivo del logo e di tutti i vini dell’azienda, a cominciare dai suoi fine wine che l’hanno resa celebre in tutto il mondo. “La nostra grande storia ci deve proiettare verso il futuro ecco perché sentivamo il bisogno di rendere più contemporanea la nostra veste, pur mantenendo uguale il prodotto, anzi, migliorandolo sempre di più – ha affermato Annarita Cicciarelli, direttrice marketing di Ruffino – Siamo partiti dalla Riserva Ducale Oro, l’etichetta è stata rinnovata pur rimanendo comunque fedele a sé stessa, mantenendo in primo piano la scena che rievoca la visita a Pontassieve del Duca di Aosta nel 1890 – ha spiegato Angelo Ferrara, direttore creativo di Robilant Associati, che sta seguendo il percorso di restyling -. Abbiamo voluto creare il silenzio e far sì che gli elementi fossero visibili, cristallini. Anche il marchio doveva avere una nuova posizione: abbiamo ripreso lo stemma, che non c’era ma che era lì, poeticamente nascosto e che abbiamo fatto diventare l’eroe principale”.

(I vini in degustazione – ph Canio Romaniello)

Ruffino, fondata nel 1877 a Pontassieve, è storia viva del vino toscano con la produzione di grandi classici come Chianti Classico Riserva Ducale e Riserva Ducale Oro, Chianti Ruffino e Brunello di Montalcino Greppone Mazzi, sono da sempre il cuore della produzione a, in parallelo con la voglia di accettare nuove sfide come la produzione di imponenti Supertuscan, l’acquisizione nel 2018 di due tenute in Veneto per la produzione di Prosecco e il lancio nel 2020 di Aqua di Venus con vini che interpretano l’anima più moderna e trendy dell’azienda, grazie alla disponibilità di 8 tenute di proprietà – in Toscana (Poggio Casciano, Gretole, La Solatia, Greppone Mazzi, Santedame e Montemasso) e Veneto (Ca’ del Duca e Ca’ della Duchessa) – e la produzione di 35 milioni di bottiglie. Da un decennio Ruffino è proprietà di Constellation Brands, la più importante azienda vinicola americana ma resta sempre una realtà radicata nel suo storico territorio, la Toscana, e al contempo aperta alle complesse sfide del mercato globale. Tant’è vero che parte dei 35 milioni di bottiglie che produce, costituiscono un segno forte di italianità in 90 paesi. Di seguito le etichette protagonista della storica verticale di uno dei vini simboli, la Riserva Ducale Oro, nata nel 1927 in onore del Duca d’Aosta e diventata poi “Oro” nel 1947 e che oggi riporta in etichetta anche la menzione di Gran Selezione. A condurre la verticale Filippo Bartolotta e Gabriele Tacconi.

Chianti Classico Doc Riserva Ducale Oro 1977
Uvaggio di 75% Sangiovese, 10% Canaiolo, 10% Malvasia, 5% Colorino. Dopo 12 mesi di permanenza in botti grandi di rovere di Slavonia da 80 hl, a cui ha fatto seguito un ulteriore affinamento in tini di cemento vetrificati, nel bicchiere si presenta brillante quasi trasparente con strepitosi profumi di scorza d’arancio, nespola, frutta a bacca rossa, erbe officinali e sentori di incenso. In bocca esprime tutto quello che dovrebbe avere il sangiovese, compreso una sapidità quasi salina e un tannino vellutato.

Chianti Classico Doc Riserva Ducale Oro 1982
Uvaggio di 75% Sangiovese, 10% Canaiolo, 10% Malvasia, 5% Colorino. Si può dire che è uno “splendido quarantenne”, con l’elegante tocco floreale e i profumi di finocchietto selvatico, liquirizia e caldarrosta. In bocca è notevole una dolcezza sostenuta da freschezza e succosità agrumata e un tannino abbastanza sostenuto e perfettamente in equilibrio con la complessità del vino. Anche per questo vino l’affinamento è di 12 mesi in botti grandi di rovere di Slavonia e un ulteriore sosta in tini di cemento vetrificati.

Chianti Classico Docg Riserva Ducale Oro 1988
Uvaggio di 90% Sangiovese, 7% Canaiolo, 3% Malvasia. Maturazione per 12 mesi in botti grandi di rovere di Slavonia da 80 hl e 6 mesi di affinamento in bottiglia. Scelte che permettono di avere un vino che si presenta ancora giovane, di colore rosso intenso, profumi balsamici e sentori di chinotto, rosmarino e liquirizia. Al palato non manca una freschezza sempre molto viva, mentre il tannino è meno scorrevole e dalla grana non così fine e precisa.

Chianti Classico Docg Riserva Ducale Oro 1996
Uvaggio di 90% Sangiovese, 10% Colorino, Canaiolo, Cabernet Sauvignon e Merlot ma con una sostanziale modifica del sistema di invecchiamento perché si arriva a 24 mesi in botti di rovere da 60 hl, 6 mesi in barrique di Allier e Troncais e ulteriore affinamento in bottiglia anche perché alle uve del vecchio vigneto di Castello Montemasso si aggiungano quelle di vigneti di impianto più recente. E, quindi, nel bicchiere arriva un vino dal profumo abbastanza accentuato di arancia sanguinello nonché sentori di vaniglia, viola e un po’ di basilico. In bocca è fresco, abbastanza sapido e con un tannino morbido.

Chianti Classico Docg Riserva Ducale Oro 2000
Uvaggio di 85% Sangiovese, 15% Colorino, Merlot, Cabernet Sauvignon. E nuova modifica del metodo di invecchiamento perché dopo un primo periodo di maturazione di 5 mesi in piccole botti da 225 l. di rovere francese di Allier e Troncais, segue un ulteriore riposo di 28 mesi di in botti di rovere da 40-80 hl. Questo cambio stilistico rispetto alle vendemmie precedenti permette di avere un vino molto interessante per complessità, struttura, armonia ed equilibrio nonché un colore un po’ più scuro. Al naso si percepiscono i sentori dei friggitelli e quelle dei piccoli frutti neri. In bocca oltre ad essere più strutturato è, anche, più morbido, fresco, con una bella intensità molto persistente.

Chianti Classico Docg Riserva Ducale Oro Gran Selezione 2014
Uvaggio di 85% Sangiovese, 10% Merlot e 5% Colorino. Vino che matura per 36 mesi, incluso un periodo di 12 mesi in grandi botti di rovere e 12 mesi in barrique e tonneaux di secondo passaggio. Il 2014 non è stata una buona vendemmia tant’è vero che freddo e pioggia non hanno permesso di avere risultati molto positivi. Però questa Gran Selezione è abbastanza interessante con un profumo che va dalla vaniglia ad una piacevole nota mentolata, dal floreale a profumi vegetali. Al palato il tannino è graffiante, l’acidità ben presente ma non integrata, con un allungo che richiama la nata vanigliata e quella mentolata dell’olfatto.

Chianti Classico Docg Riserva Ducale Oro Gran Selezione 2018
Uvaggio di 83% Sangiovese, 12% Merlot e 5% Colorino. Matura per 36 mesi, incluso un periodo di 12 mesi in vasche di cemento e 12 mesi in botte grandi di rovere di Slavonia. Ulteriore passaggio di 12 mesi in barrique di secondo passaggio. L’impostazione è più moderna, con la ricerca di un frutto dolce tra amarena e prugna con l’aggiunta di sentori di liquirizia. In bocca è fresco, succoso con una trama tannica importante però ci è parso ancora troppo giovane e quindi ha bisogno di un po’ più di tempo soprattutto per un migliore equilibrio del legno con gli altri elementi del vino.