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Scenari

Sandro Bottega: “Il pasticcio europeo delle etichette? Per noi un danno da mezzo milione”

05 Dicembre 2023
Sandro Bottega in sede Sandro Bottega in sede

“Situazione senza precedenti nel mondo dell’etichettatura delle bevande alcoliche con un danno incredibile che nasce dall’incompetenza di burocrati, completamente avulsi dalla realtà: un’azienda lavora con programmi di stampa etichette con almeno 3/6 mesi con tempi di esaurimento che come minimo sono poi di quell’entità: modificare la normativa pochi giorni prima significa obbligare le aziende alla distruzione di ingenti quantitativi che solo per la nostra azienda sono di almeno 500.000 €, un danno inaccettabile che ci obbligherà a chiedere l’intervento legale per poter essere risarciti di questo danno”.

Sandro Bottega, patron di Bottega SpA, l’azienda vitivinicola veneta di Bibano (Treviso) che esporta prosecco in 150 Paesi di tutto il mondo, interviene così riguardo le nuovissime linee guida dell’Unione europea sull’etichettatura delle bottiglie di vini spumanti e frizzanti che prevedono l’inserimento di dati relativi agli ingredienti sulle etichette che rischiano di costringere molte aziende produttrici a dover distruggere milioni di etichette già stampate. “Ma non solo – continua Bottega – mancano i tempi tecnici per poter essere a norma in tempi utili, specie se si tratta di etichette elaborate come le nostre. Purtroppo, chi sta alle scrivanie degli uffici e spesso anche la politica, sono persone che non hanno la più pallida idea di cosa significhi non solo un’azienda, la sua pianificazione, le difficoltà produttive, ma anche le norme in vigore di altre autorità di controllo che prevedono “dichiarazioni di lavoro” che poi non possono non essere rispettate perché non ci sono le etichette; allo stesso modo non conoscono le difficoltà della clientela che deve ricevere le merci in tempo utile per il Natale, con danni enormi per le eventuali mancate vendite. Insomma – conclude Sandro Bottega – rimango senza parole, io europeista convinto: questa è una vergogna a 360° che non ha scuse, non può essere perdonata ed evidenzia i limiti di chi invece di cercare di capire la realtà produttiva, se la immagina da dietro una scrivania”.