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Il caso

Senato, mozione bipartisan per tutela vino e olio Made in Italy

27 Luglio 2011
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A tre anni dalla riforma dell’OCM vino, le imprese hanno dimostrato grandi capacità di reazione e adattamento ai mutamenti di mercato, nonostante la crisi economica.

In questo quadro, però, si inserisce la concorrenza sleale di alcuni Paesi europei che producono a basso costo sia il vino che l’olio d’oliva. Questo il motivo principale che ha spinto già oltre 60 senatori di tutti i partiti e che rappresentano ogni regione d’Italia, a sottoscrivere la mozione presentata dalla senatrice Laura Bianconi del Pdl presidente dell’Associazione parlamentare Luigi Veronelli, che da diversi anni si occupa di promuovere tutto il comparto agroalimentare ed enogastronomico italiano attraverso un continuo contatto tra i parlamentari ed il loro territorio di residenza. «Il direttivo dell’Associazione, composto dai parlamentari Adragna, Boldi, Carrara, Vitali e Treu, nel predisporre questa mozione, che sarà presentata anche alla Camera – precisa la senatrice Bianconi – ha inteso chiedere al governo d’intervenire nuovamente, presso tutte le sedi comunitarie, affinchè venga privilegiata la qualità e la tipicità del vino italiano, tutelato il lavoro dei produttori vinicoli, scongiurando l’introduzione di sistemi produttivi che abbiano come effetto il livellamento dei gusti verso il basso. I senatori invitano il governo ad adoperarsi, in accordo con gli altri Paesi che come il nostro hanno interesse a salvaguardare la vitivinicoltura di qualità, a ridiscutere le normative comunitarie che prevedono, a partire dal 2015, la liberalizzazione degli impianti dei vigneti e per mantenere l’attuale regolamentazione che assicura un giusto equilibrio tra la tutela dell’esistente e le esigenze di mercato; in merito al settore olivicolo, invece, chiedono di consentire ai nostri produttori di olio d’oliva di operare all’interno di un sistema in cui risulti più flessibile promuovere la migliore produzione delle aziende olivicole con programmi di promozione sui mercati esteri».