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Spoleto nuova Città del Vino. Radica: “Accogliamo un comune vitivinicolo importante”

27 Novembre 2023
Spoleto - ph da pagina Facebook comune di Spoleto Spoleto - ph da pagina Facebook comune di Spoleto

Spoleto entra nell’associazione nazionale di Città del Vino. L’ingresso ufficiale ci sarà martedì 28 novembre, proprio a Spoleto, dove si terrà la riunione del Coordinamento delle Città del Vino dell’Umbria. Alle 10.30 il via all’incontro al Comune di Spoleto, con la presenza del presidente nazionale di Città del Vino Angelo Radica, che consegnerà, in una cerimonia di benvenuto, il kit dell’associazione al sindaco di Spoleto, Andrea Sisti. Con Spoleto, salgono a 12 le Città del Vino in Umbria, dopo Bevagna, Castel Ritaldi, Castel Viscardo, Ficulle, Giano dell’Umbria, Montefalco, Monteleone d’Orvieto, Orvieto, Todi, Torgiano, Umbertide.

“Siamo molto felici dell’ingresso di Spoleto in Città del Vino – commenta il presidente nazionale Angelo Radica, che rappresenta i circa 500 comuni associati in tutta Italia –, diamo il benvenuto ad un comune vitivinicolo importante che ci ricorda una celebre denominazione. Essere Città del Vino rappresenta sempre più un valore aggiunto, proprio per una maggiore consapevolezza per gli amministratori locali delle buone pratiche da promuovere in favore dello sviluppo del turismo del vino”. Spoleto, in provincia di Perugia, comune di circa 36.300 abitanti, diventa quindi una nuova Città del Vino dell’Umbria. Il suo nome dà origine all’omonima Doc – approvata nel luglio 2011 – dedicata al suo vino bianco di eccellenza, il Trebbiano Spoletino. Oltre al bianco secco, si producono il passito, il superiore e lo spumante; la denominazione è compresa anche nei territori di Montefalco, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Foligno e Trevi, sempre in Provincia di Perugia.

La vocazione vitivinicola di Spoleto è di antiche origini. Plinio il Vecchio e Columella segnalano diversi ceppi di viti umbre (l’Hirtiola, la Babanica, la Palmensis), ma è Marziale, nel primo secolo dopo Cristo, a citare per la prima volta il vino di Spoleto e a paragonarlo al Falerno. Nel II secolo dopo Cristo l’erudito greco Ateneo, descrivendo i vini dell’Italia meridionale e centrale, esalta il vino di Spoleto: soave, di color simile all’oro. Il fatto che il Trebbiano venisse denominato da sempre Spoletino testimonia che la tradizione autoctona del vitigno è riconosciuta da secoli; vitigno robusto e resistente alle malattie crittogamiche, in particolare alla peronospora, ama terreni di piano, profondi, fertili, freschi, ma produce bene anche in collina.