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L'iniziativa

Valentina Abbona a Wine Moment: “E’ difficile all’estero raccontare un Barolo”

19 Maggio 2020
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“Juliette Colbert di Maulévrier, riuscì a far sentire la sua voce di donna a inizio ‘800 mostrando la sua personalità straordinaria.

Capì il potenziale delle uve che crescevano nelle Langhe e nel nostro terroir. Fece costruire una cantina sotterranea dove il succo di quest’uva potesse completare la fermentazione e diventare quello che oggi chiamiamo il “Re dei vini” il Barolo”. Valentina Abbona ha inaugurato il nostro lunedì con il solito Wine Moment in compagnia di Federico Latteri. Marketing and Export Manager, Valentina, insieme al fratello Davide, è la sesta generazione delle Cantine dei Marchesi di Barolo. “La nostra famiglia nasce come produttrice del Barolo. Siamo molto orgogliosi delle nostre origini. Nel 1929 il nostro pro pro zio riuscì ad acquistare le cantine dei Marchesi, quelle in cui oggi si trova la nostra produzione, portando così avanti la storia delle cantine Marchesi. Quando mi chiedono di cosa mi occupo dico “devo ancora capirlo”. Facciamo tutti un po’ di tutto, io curo molto i rapporti con i mercati esteri, mentre mio fratello gestisce meglio la parte amministrativa, ognuno ha un suo compito e andiamo molto d’accordo così”.

Valentina passa gran parte del suo tempo viaggiando per il mondo, spiegando di paese in paese cosa sono il Barolo e il Barbaresco. “Le difficoltà spesso le riscontriamo nei paesi più vicini a casa – spiega – Io stessa, fino a quando non mi sono voluta avvicinare al vigneto, non mi ero resa conto della ricchezza di questa terra. Si tratta dell’animo di ogni singolo vigneto. Ci sono differenze sensibili in termini di terreno, temperatura. Raccontare tutto questo da un lato è facile toccandolo quotidianamente con mano, dall’altro è difficile fare immaginare a qualcuno qualcosa che non hai così sotto mano”. Ma cosa è un Barolo? “Barolo è tante cose. Un Barolo che in un’anima sola mette insieme terreni diversi, colline diverse, temperature, esposizioni. E’ un Barolo che più si avvicina al mio carattere. E’ come un tubino nero, non passa mai di moda”.

Langhe Nebbiolo Doc Bric Amel bianco, Barbera d’Alba Doc Peiragal e Barolo Docg Riserva, Valentina racconta i “suoi” vini. “Il primo nasce da un blend di Sauvignon, Arneis e Chardonnay. Arneis come “arnese”, come qualcosa di difficile da allevare e da capire una volta nel bicchiere. Peiragal, che nel nostro dialetto significa “pietra dura”, prende il nome proprio dal terreno molto duro, sassoso, dove le radici devono scavare molto per raggiungere l’acqua. Quindi anche il più semplice Barbera esce con un carattere molto deciso, austero, con una struttura importante. Il Barolo riserva è quello che tra tutti ripercorre di più la storia non solo della nostra cantina ma anche della nostra terra. I Marchesi di Barolo avevano sulla loro etichetta il Castello di Barolo e il Castello di Serralunga proprio per i vigneti che vi si trovavano in mezzo. E’ un Barolo classico sia per il modo in cui nasce ma anche per l’affinamento successivo. La nostra ultima Riserva è un 2011, viene messa in commercio dopo un lungo periodo, tra maturazione e affinamento in bottiglia”. E con la quarantena, e nessun viaggio, Valentina si è dedicata alla scoperta di nuovi vini. “Avendo la fortuna di viaggiare molto ho avuto l’opportunità di conoscere tante persone provenienti da diverse zone del mondo, quindi in questi giorni in casa abbiamo finalmente avuto l’opportunità di bere tutto quello che avevamo messo in cantina in attesa di gustarli con tranquillità. Non ci sono stati confini.”

Giorgia Tabbita