Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il concorso

Vota il ristorante, i vincitori di gennaio

15 Febbraio 2012
vincitori-gennaio vincitori-gennaio

Ecco i vincitori di questo mese del concorso Vota il Ristorante e Vinci il Vino: (nell’ordine nella foto) Salvatore Romano di Partinico (provincia di Palermo), Elisabetta Durante di Palermo e Tiziano Poggini di Arezzo.

Elisabetta Durante è impiegata all’Istituto Regionale per il Credito alla Cooperazione amante del  buon  cibo. “Sono ipercritica e iperesigente. Ma è una passione che ho da sempre. Mi piace il vino e seguo con interesse e curiosità gli eventi e ciò che ruota attorno al mondo enogastronomico siciliano e non”. Tiziano Poggini è un artigiano orefice, nutre la passione per gli arrosti tradizionali della sua regione, la Toscana, e coltiva il suo amore per il vino in qualità di sommelier Ais. “Ho avuto sempre avuto la passione per l’enogastronomia tanto da abilitarmi come sommelier. Amo la tradizione di una volta e ricerco posti dove la si perpetua, scovandoli spinto da curiosità e cultura personale. Il mio piatto preferito rimane l’arrosto, che rispecchia la tradizione, in particolare quello d’oca”. Salvatore Romano fa nella vita il bibliotecario e si accosta alla cucina con un approccio intellettuale. “Sono principalmente goloso. Amo la lettura e amo molto la musica, da sempre ho considerato la cucina ad alti livelli come una forma d’arte. Mi piace fare sempre nuove esperienze culinarie, per curiosità intellettuale ed estetica”.

Zio Tom – Santa Maria di Leuca
di Elisabetta Durante
Se si percorre la litoranea Leuca-Gallipoli lo si nota, ci si ferma e ci si delizia il palato. Se non si percorre per caso la litoranea è consigliabile andarci di proposito. La vista è spettacolare: incantevole il panorama, posto direttamente sul mare e le scogliere sottostanti, una vasta terrazza all’aperto (oltre alla sala interna per i mesi più freddi) un curato giardino che scende fino al mare. E’ il ristorante Zio Tom in località Ciardo, pochi km prima di arrivare a Leuca. Nei primi anni ’60 i coniugi Cardella presentarono un progetto per la costruzione di un chiosco da adibire alla vendita di bibite che fu approvato dalla commissione edilizia dopo alcuni anni, nel 1967. Successivamente decisero di caratterizzare il locale chiamandolo “Capanna dello Zio Tom” e nel giro di poco divenne una realtà di tutta la zona. Oggi è un ristorante raffinato ma non pretenzioso dove soprattutto si predilige la qualità, la freschezza e le tradizioni enogastronomiche del territorio. Il pesce trionfa, insieme alle verdure e altre specialità mediterranee che la natura offre a km zero. Rivisitate con abile maestria dal giovanissimo chef, Mattia Cardella, nipote dei primi proprietari. Mattia ha solo 21 anni, ha studiato all’Alma, la scuola internazionale di Colorno e con le idee chiare, vuole girare il mondo e apprendere il più possibile. Per il momento i fortunati clienti potranno degustare i gnocchetti con nero di seppia, i tagliolini fatti a mano “zio tom” con ragù di cannolicchi, scampi e calamaretti di Leuca, la stravagante scottata di dentice con millefoglie di patate e con gambero rosso avvolto in lardo di colonnata (quest’ultimo non a kmzero) e molti altri piatti come i ripieni di ricotta vaccina con pesto di basilico e gambero rosso. Dolci e la carta dei vini non sono abbondanti ma il palato rimane finemente deliziato dalle portate di primi e secondi. E’ consigliabile la prenotazione. 
Voto: tre stelle
 
Osteria Da Giovanna – Loc. La Pace (Arezzo)

di Tiziano Poggini 
Osteria Da Giovanna non è solo un piccolo e accogliente locale genuino, è molto di più. I profumi che si sentono, che si assaporano nell’aria ancor prima di entrare nel locale, sono quelli di una volta, quelli che sentivamo la domenica quando andavamo a pranzo dalla nonna con tutta la famiglia riunita. Appena si entra quello che colpisce è la scritta su di una lavagna posta in alto dietro un bancone ricco di salumi e formaggi del territorio, quelli fatti artigianalmente, che dice:”L’esperienza è il gusto”. Non a caso appare da dietro proprio Giovanna, una signora anziana dai lineamenti scolpiti, molto garbata, non vi dico l’età, ma è dal 1952 che è qui. E’ l’ora di pranzo ma lei è dalle prime luci dell’alba che è in cucina, perché dice che il sugo (ragù) deve bollire molte ore nel tegame di coccio per essere pronto, e la pasta, quella tirata a mano con il mattarello, deve riposare nella “spianatoia” prima di essere cotta. Convinto, prendo le pappardelle al sugo d’ocio (oca). E per secondo? La scelta non manca, dai succulenti umidi e gustose grigliate di carne, scelgo la “fiorentina”. L’oste il signor Paolo, me la porta al tavolo prima di essere cotta, ti fa vedere il taglio e ti chiede la cottura. E di contorno? Mi consiglia i fagioli zolfini al coccio. Per il vino non c’è problema, Il Sommelier di sala è il nipote di Giovanna Luca Martini, ti consiglia l’abbinamento giusto su una vasta scelta di vini del territorio, regionali, nazionali ed internazionali, per ogni gusto e palato, anche al calice. Sono le ore 14:30, esco dal locale con il sorriso sulle labbra, mi ricordo di un giorno tanti anni fa, a pranzo a casa di mia nonna.. Dimenticavo, volete sapere quanto ho speso? Non oltre 40 euro tutto compreso anche dolce e caffè. 
Voto: quattro stelle

La Muciara du Rais – Castellammare del Golfo (TP)
di Salvatore Romano
Castellammare del Golfo, “Muciara du Rais”, il più votato su TripAdvisor tra i ristoranti del paese (da alcune recensioni entusiaste parrebbe un’oasi di buona cucina). Troviamo il locale giù per la scalinata che scende verso il porto costeggiando la Villa comunale. Entriamo. La saletta è deserta! Forse il brutto tempo …. Una gentile signorina ci fa accomodare. Nell’aria un vago sentore di sigaretta, e sulla tovaglia notiamo bricioline di pane … Mah … Intanto arriva il titolare, un giovane cortese che ci saluta e ci presenta il menù (solo a voce!). Nessuna idea dei prezzi, dunque, e il menù è composto da pochi piatti di (sembrerebbe) generica cucina di mare. Iniziamo con un crudo di pesce; scegliamo un Muller Thurgau Fazio nell’esigua proposta di vini. Gli antipasti ci risollevano un po’. Ostrica, spada con melone, scampi e ananas, bottarga su fico secco (buona idea), gamberi rossi. Tutto fresco, gradevole. Nel frattempo la giovane che ci ha accolti si eclissa. Deserto in sala per diversi minuti! Ed ecco i primi. Risotto ai gamberi, spaghetti ai ricci, penne con noci e scampi. Queste ultime, non male: la crema di noci non è pannosa, gli scampi sono freschi e abbondanti … ma la pasta è quasi cruda, improponibile … Idem per gli spaghetti, di corretta esecuzione, ma stanno in piedi da soli! Il risotto, invece, è scotto fino alla morte: chicchi quasi sfatti e poco sapidi costellati da gamberi anche qui freschi, ma degni di miglior piatto. Ci sentiamo vagamente depressi … Secondi? No, grazie. Un dessert? “Cannolo scomposto” …. Be’, di scomposto c’era già il risotto … No, il conto: 142 euro per 4 antipasti, 4 primi, il vino, due coca cola. Paghiamo e via … E dunque: accoglienza cortese, buona qualità del pesce, ma netta precarietà sia nella gestione di sala sia nell’approssimazione della proposta culinaria. Esperienza poco accattivante! Usciamo dal locale rimuginando su un quesito tormentoso: ma chi è che manda le recensioni a TripAdvisor???
Voto: due stelle