Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'intervista

Wilhelm Klinger: “In Austria i consumi di vino spinti dall’online. Etichette italiane al top”

06 Luglio 2020
willi_klinger willi_klinger

Wilhelm Klinger è l’amministratore delegato di Wein & Co in Austria. Già direttore di Austrian Wine, ente di promozione dei vini austriaci.

Con lui abbiamo fatto un po’ il punto della situazione nel suo paese, alla ripatenza dopo la crisi causata dall’emergenza sanitaria per il coronavirus. Klinger, poi, è un grande conoscitore dell’Italia e dei vini del Belpaese. E’ stato, per qualche tempo, l’esperto dei mercati stranieri per Angelo Gaja. Tra i dati interessanti che ci ha fornito, l’aumento esponenziale delle vendite dei canali online dei vini e soprattutto un crescente interesse per i vini italiani, che rimangono i preferiti degli austriaci.

Cosa sta accadendo in austria in questi giorni? L’economia è ripartita?
“La caratteristica di questa crisi è che i vari settori dell’economia sono colpiti dalla crisi Covid- in modi diversissimi. Ci sono settori come i trasporti aerei, il turismo delle grandi città, i club, il catering, i grandi eventi culturali e sportivi, congressi, che sono in crisi nera da un po’. Altri come la buona ristorazione, il turismo locale/di campagna ma anche molti negozi sono ripartiti bene, anche se tutto è incerto e il bilancio dell’anno raramente sarà positivo. La vendita di vino ai privati era già forte prima della pandemia: nei supermercati, su internet e adesso anche nelle enoteche.

Come avete vissuto la chiusura delle attività economiche?
“Era una decisione difficilissima perché teoricamente sarebbe stato possibile lasciare le nostre enoteche aperte. Ma il rischio per impiegati e clienti era troppo grande visto che noi non avevamo materiale protettivo a disposizione (mascherine, guanti, disinfettanti). All‘inizio era tutto esaurito perché i supermercati avevano le informazioni per primi per assicurare la distribuzione dei beni di prima necessità. In questa fase di chiusura delle nostre 20 enoteche abbiamo triplicato il fatturato delle vendite online. Questo non compensava le perdite, ma siamo riusciti a limitare i danni anche con l’aiuto del sistema statale degli orari ridotti”.

I negozi di Wein & Co sono per il momento tutti aperti?
“Sì, da un mese tutto è aperto, anche i 7 winebar. A luglio abbiamo fatto un fatturato complessivo di 3,4 milioni di euro invece di 2,8 dell’anno scorso”.

Come va il suo lavoro? Può darci qualche numero su wein & co. Quanti negozi? Quanti dipendenti?
“Wein & Co ha 20 negozi (7 a Vienna e 13 in tutta l’Austria). Sette sono dotati di winebar con semplice cucina. Abbiamo 130 impiegati e un fatturato di circa 40 millioni di euro. La quota delle vendite su Internet nel 2019 era del 18%”.

Cosa bevono e quanto bevono gli austriaci?
“Il vino austriaco da noi arriva circa al 60%: molto Grüner Veltliner e Riesling, anche i bianchi freschi della Stiria come il Moscato giallo, Sauvignon Blanc, Riesling, Pinot biano e poi il famoso Gemischter Satz di Vienna. Dall’estero funziona bene l’Italia, con il Prosecco, certi bianchi e i rossi toscani”.

Quali sono le zone di maggior pregio del vino in Austria? Quali le prospettive del vino austriaco? I cambiamenti climatici stanno aiutando la vitivinicoltura di qualità?
“Le zone di Grüner Veltliner e Riesling in primis con Wachau in testa, ma anche Kamptal, Kremstal, Traisental e Wagram. Steiermark (Stiria) da sempre è molto forte nell’Europa di lingua tedesca. Ma i grandi Sauvignon cru sono tra i migliori esempi del mondo di questa varietà con punteggi altissimi nella stampa internazionale (98 punti Parker per il Sauvignon Zieregg 2017 di Tement). Sempre forti anche i dolci botritizzati del Burgenland e l’Eiswein. Il rosso è in crescita, favorito anche dal nuovo andamento climatico più caldo anche da noi. Cambiamenti che hanno reso i bianchi più corposi e meno acidi di 20 anni fa”.

Qual è il grado di interesse per il vino italiano?
“Il consumatore austriaco è molto fedele al vino domestico. Se beve estero, la scelta ricade sui vini taliani. Questo è certamente dovuto al fatto che l’Italia insieme alla Croazia è la meta turistica più importante degli austriaci. Interessante che i vini croati finora non abbiamo saputo approfittare dal turismo e vanno di meno da noi”.

L’e-commerce è molto diffuso in Austria nella vendita del vino?
“È certamente in crescita. La crisi non ci ha fatto soltanto imparare a fare riunioni virtuali, ma ha spinto le vendite online fino al punto critico della logistica”.

Quale vino abbineresti a una wiener schnitzel? Ed a un goulash?
“Col Wiener Schnitzel si beve tutto: Grüner Veltliner, Riesling, Gemischter Satz, ma con il Gulasch da noi si beve una buona birra tipo Pils”.

Crede che l’olio italiano ha spazi di crescita? Nei vostri negozi vendete olio o consumate olio extravergine di oliva per cucinare?
“Mi occupo da 35 anni a spingere la vendita di oli d’oliva di primissima qualità, soprattutto italiano. Uno dei miei primi obiettivi era quello di aumentare la scelta. Avevamo Frescobaldi Laudemio, Planeta, San Michele e le poche bottiglie di Ornellaia. Ho aggiunto Il Casaliva di Comincioli (Garda/Lombardia), l‘Oleastro di Quattrociocchi (Lazio), l’Aspromontano dell’Olearea San Giorgio (Calabria) e il Grand Cru di Fonte di Foiano (Castagneto Carducci/Toscana). Inoltre imporltiamo anche gli oli fantastici di Oleum Viride della famiglia Belić dall’Istria (Croazia)”.

C.d.G.