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Scenari

Wine Monitor: cari produttori italiani di vino iniziate a guardare all’Africa

15 Novembre 2013
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Forse non tutti sanno che… negli ultimi dieci anni il mercato che più è cresciuto in importazioni di vino è l’Africa con un +445%.

Si va dal clamoroso +20.864% della Nigeria al +101% del Gabon. I dati relativi al decennio 2002-2012 sono di Wine Monitor, osservatorio di Nomisma sul mercato del vino, nato e pensato per supportare le imprese e le istituzioni della filiera vitivinicola italiana nella comprensione delle dinamiche di mercato, sia a livello nazionale che mondiale.

Sono numeri che devono essere presi con le pinze perché comunque il valore totale dell’import africano (535 milioni di dollari) è inferiore a quello della sola Danimarca. Allo stesso tempo, però, sono cifre che devono far riflettere gli operatori del vino per due motivi che sono collegati. Il primo è che sono sempre di più le aziende estere che investono nel Continente Nero per estrarre petrolio e minerali. “Sta succedendo praticamente – spiega Denis Pantini responsabile Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma – quello che è accaduto in America nel secolo scorso. Chi emigra porta con sé abitudini alimentari del proprio paese di origine e contamina le popolazioni del luogo in cui arrivano”. Così i dipendenti delle aziende europee, americane e orientali impegnate in Africa hanno cominciato a consumare vino trascinandosi la classe media del posto. Ed è la crescita delle famiglie africane più agiate il secondo motivo che dovrebbe far drizzare le antenne agli esportatori di vino. Le persone con un reddito maggiore di 20 mila dollari all’anno presenti nel continente sono già più qui che in India.
 
È vero che i consumi sono un po’ bassi, ma non è impossibile che si assista a un’ulteriore crescita nei prossimi anni. Attualmente tutta l’Africa arriva a 7 milioni di ettolitri. Di questi, la metà fa riferimento al Sud Africa. importante produttore ed esportatore di vino, mentre un altro 30% risulta di pertinenza di altri 7 paesi (Angola, Algeria, Marocco, Tunisia, Ghana, Nigeria e Costa d’Avorio). I principali esportatori di vino in questi paesi sono rappresentati da imprese di nazioni “ex-colonizzatrici” o di altre presenti in loco per attività industriali. L’esempio più lampante è l’Angola, ex-colonia portoghese dove il vino lusitano copre il 70% delle importazioni. In Nigeria domina l’Australia. L’export italiano in Africa al momento vale quasi 13 milioni di dollari, con una crescita del 70% in 5 anni. Il 43% del vino del Belpaese che arriva in Africa finisce in Nigeria, poi in Sudafrica (16%), il restante 41% è diviso nel resto del continente.

Francesco Sicilia