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Cronache dal Vinitaly

Un marchio di qualità per il Nero d’Avola

09 Aprile 2011
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Se nell’immenso continente del vino chiamato Sicilia c’è un denominatore comune a praticamente ogni territorio, è il Nero d’Avola.

Con le pieghe che di volta in volta è capace di percorrere, questo vitigno è identificato ad ogni latitudine come sinonimo di Sicilia. Da vitigno principe dell’enologia isolana, però, negli anni in alcune occasioni rischiato di scendere, piuttosto che scalare, i gradini della qualità. Non di rado gli scaffali della grande distribuzione ha accolto bottiglie di Nero d’Avola a prezzi inferiore all’euro.
La svolta, adesso, arriva da Verona, con il progetto dell’Istituto regionale della Vite e del Vino che ha presentato il Marchio “Nero D’Avola Sicilia Qualità”, che avrà lo scopo di certificare i vini prodotti con questa varietà di uve e imbottigliati nel territorio siciliano.
“Il sistema vino di qualità siciliano – sottolinea Leonardo Agueci, presidente dell’Irvv – oggi ha uno strumento in più per valorizzare l’autenticità del vitigno principe della viticoltura siciliana, garantendo al consumatore maggiore trasparenza, completezza delle informazioni, garanzie sull’origine e l’imbottigliamento”.
Il marchio “Nero d’Avola Sicilia Qualità”, troverà spazio soltanto sulle etichette dei vini certamente prodotti da uve di quel vitigno e da piante coltivate in Sicilia, ma non basta, quel vino – per poter fregiarsi della tutela – dovrà necessariamente essere imbottigliato sul suolo siciliano.“La Sicilia si tutela ed applica il suo federalismo al vino di qualità.
Questo è un fatto strategico importantissimo – spiega il vice-presidente dell’Istituto, Giancarlo Conte – che deve avvalersi di una massiccia adesione delle aziende produttrici. Più il sistema Sicilia sarà compatto nel recepire questo strumento di tutela e valorizzazione del nostro Nero d’Avola,più alto sarà il livello di protezione raggiunto, con effetti positivi soprattutto per quelle aziende che hanno completato la filiera, dal vigneto alla commercializzazione della bottiglia”.
Dario Cartabellotta, direttore dell’Istituto Vite e Vino pone l’accento sulla necessità di chiudere “gli spazi a quanti, in questi anni e, soprattutto fuori dalla Sicilia, hanno abusato del buon nome e dell’ottima reputazione del nostro storico vitigno, imbottigliando vini sfusi di basso prezzo, di dubbia provenienza, e realizzando un improprio vantaggio speculativo sulle produzioni e sulle aziende di qualità della Sicilia”.

Marco Volpe

I contenuti del Disciplinare di produzione
La certificazione “Nero d’Avola Sicilia Qualità” prevede precisi criteri di produzione e di tracciabilità del prodotto a garanzia del consumatore finale. L’adesione al Disciplinare sarà a base volontaria e la certificazione sul prodotto potrà essere rilasciata ai vini in bottiglia che rispondono ai requisiti prescritti dal Disciplinare di Produzione, cioè l’insieme delle leggi e delle indicazioni a cui si deve far riferimento per ottenere un vino con marchio di qualità. I vini “Nero d’Avola Sicilia Qualità” devono essere ottenuti dalle uve provenienti da vigneti coltivati in Sicilia, e per vini che contengano almeno un minimo 85% di Nero d’Avola e un massimo di 15% di vitigni autorizzati nelle diverse zone vitivinicole siciliane. Sarà l’Istituto Regionale della Vite e del Vino a svolgere le attività di verifica per il rilascio ed il mantenimento del marchio, in conformità alla norma EN 4501, il quale possiede la titolarità del sigillo di qualità. Per ottenere l’uso del marchio, i soggetti produttori dei vini dovranno anche impegnarsi a rispettarne le modalità d’uso e l’applicazione dei documenti prescrittivi. I soggetti produttori dei vini in possesso dei requisiti, che vogliono richiedere la concessione all’uso del Marchio devono far domanda all’IRVV, redigendo l’apposita modulistica e dichiarazioni predisposte e disponibili presso la sede dell’IRVV e sul sito internet www.vitevino.it. L’IRVV verificherà che il soggetto richiedente sia effettivamente in possesso dei requisiti e in grado di rispettare le condizioni previste dai regolamenti, svolgerà le attività istruttorie che riterrà opportune, anche mediante verifiche presso la sede del richiedente, e deciderà sulla domanda entro 30 giorni dalla sua presentazione, notificando per iscritto al richiedente l’esito dell’esame della stessa.