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Diario goloso

“La migliore Parigi per i golosi”

04 Ottobre 2012
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Segnalazioni e suggerimenti di un grande gourmet sulla capitale francese

Ascoltare Nino Aiello, critico gastronomico e grande gourmet, che ti racconta Parigi è come averla dipinta davanti.

Collaboratore di punta per la guida ai vini del Gambero Rosso, responsabile regionale per la guida ai ristoranti de L’Espresso, già governatore di SlowFood in Sicilia  e autore di numerosi articoli e testi di enogastronomia, i posti li sa scoprire e altrettanto bene sa trasmetterli. A sentire i suoi ricordi già si sentono i profumi e i suoni della città francese per eccellenza. Perché Nino è innamorato di Parigi. Un amore così speciale che lo ha “costretto” a tornare all’ombra della Tour Eiffel ben 30 volte. E la trentunesima è dietro l’angolo. Visto che, come racconta in una lunga intervista telefonica ed in esclusiva per Cronache di Gusto, “ho letto cose che mi hanno fatto venire voglia di partire”.

Il primo viaggio intorno al 1975. Anche se, come rivela, Parigi non era stato il primo amore. Nino rivela di aver avuto una passione per Londra. Dovuta, in realtà, anche alla passione per una ragazza tedesca di cui si era preso una cotta. Poi il viaggio a Parigi. Con l’estasi appena atterrato nel vecchio aeroporto. E quel suo albergo, nel quartiere latino, il Saint Germain, lo stesso per 25 anni, prima che fosse fagocitato da un altro albergo che lo ha ristrutturato e ne ha quadruplicato i prezzi. “Si chiamava Hotel de la Faculté – racconta Nino – perché si trovava accanto alla facoltà di Medicina dell’università della Sorbona. In quel quartiere si respirava un’atmosfera magica. E la particolarità di questo albergo, oltre che essere molto piccolo con appena 15 stanze, era l’ascensore che aveva la forma di un trapezio”.


Quartiere latino ricco di bistrot

In queste trenta volte Parigi si è rivoluzionata, come dice Nino, “ma è rimasta la stessa”. La sua prima volta è durata 15 giorni, “ho fatto i classici giri che si fanno e che faccio tutt’ora, con l’Étoile, i Champ Elysee, il palazzo Reale, l’Opera, Hermes, la funicolare di Montmartre». Poi Parigi aveva il fascino dell’enogastronomia irraggiungibile. “Solo pensare ad ostriche e Champagne era per noi italiani qualcosa di inarrivabile”. Invece Nino era finalmente lì, seduto ai tavoli di ristoranti e bistrot unici nel mondo. Dove ha “vissuto” esperienze del palato indimenticabili.

Fanatico di Marcel Proust era nella “sua” città. Stava vivendo quello che aveva letto solo nei romanzi dell’autore francese. I francesi per Aiello hanno una grande tecnica in cucina. Hanno avuto la grande cucina classica dei maestri di una volta. Poi si sono lasciati influenzare dalla globalizzazione senza mai perdere il loro segno distintivo. Oggi la capitale francese haun altro volto “perché è cambiato il mondo  – dice Nino –. Prima era la città romantica per eccellenza, ma dal punto di vista gastronomico tutte le novità si trovano lì. La crisi dei ristoranti tre stelle Michelin si avverte anche a Parigi ed è per questo che sono nati dei piccoli bistrot che accontentano i gusti di tutti”. Perché a Parigi puoi spendere 200 euro a persona per una cena, ma anche 15. E mangiando benissimo. “Il mio primo pranzo o la mia prima cena li faccio nel ristorantino “O petis San Benoit”, atmosfera unica e cibi eccellenti a prezzi modici”.


Piège al Thoumieux


Esterno del ristorante Rech

Ma Parigi è da vivere giorno dopo giorno. Chi va, non deve assolutamente perdere una cena di Piège al Thoumieux “per chi ha voglia di coccolarsi e spendere qualcosina in più”. Non manca l’hamburger più caro del mondo (costa 40 euro), “ma li vale tutti”, e per quanto riguarda i vini c’è solo l’imbarazzo della scelta. Nino consiglia Lavinia, dove ci si può spillare il calice di vino direttamente dalle botti o acquistare bottiglie che costano 10 mila euro. Oppure il nuovo locale aperto da Enrico Berardo. Dove si sceglie il vino o i vini da bere e a questo vengono accoppiati i piatti. L’esatto contrario di quello che si fa normalmente. Per non parlare di Rech. Insomma Nino ha visitato anche Nizza e Lione, ma Parigi è il cuore di tutto. Non per questo è già pronto a partire per la trentunesima volta. Perché di Parigi non ci si stanca mai.

Giorgio Vaiana