Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Diario goloso

Viaggio enoico sulla Mosella. Il Riesling fascinoso di Clemens Busch

31 Ottobre 2011
hp hp

Alla scoperta dei vigneti che si arrampicano tra acqua e cielo

di Armando Garofano

La Mosella taglia le foreste del Palatinato da Trier -Augusta Treverorum la più antica città della Germania fondata dai romani nel 16 avanti Cristo – sino a Coblenza 80 chilometri a nord-ovest dove confluisce nel Reno.

E furono proprio i romani a introdurre sulle rive della Mosella la coltivazione della vite – si pensa con il Traminer – che nel giro di un paio di millenni si è acclimatato decisamente bene, incrociandosi forse con una varietà locale e dando vita al Riesling: uva difficile, che matura tardi e dà il meglio di sé nei climi freddi e sui terreni scoscesi e ricchi di ardesia della Mosella.

Un’uva che matura con la luce più che con il sole e con il fantastico accumulatore di calore rappresentato dall’acqua del fiume e dall’ardesia. Il viaggio inizia a Pünderich, borgo di 800 abitanti che dormicchia placidamente sulla Mosella centrale di fronte ai superbi vigneti del Marienburg. Su questi pendii Clemens Busch – con la moglie Rita e il figlio Florian – coltiva i suoi 10 ettari, in condizioni climatiche difficili e senza l’aiuto della chimica.

Nel mondo del vino c’è sempre una trasmissione del sapere da generazione a generazione e in particolare di padre in figlio. Passato e futuro che si intrecciano: il padre di Clemens, viticoltore ha costruito la bottaia in alto al sicuro dalle piene della Mosella, il figlio ha continuato la sua opera convertendosi al biologico e adesso Florian compie un altro passo in avanti passando alla biodinamica.
I Busch coltivano una sola uva – il Riesling – su una sola collina – il Marienburg – proprio di fronte alle finestre di casa sull’altra riva del fiume, quella esposta a sud-est. Si va in vigna attraversando il fiume con un piccolo traghetto guidato da un vero capitano, con tanto di barba bianca e pipa.

La conversione alla biologia, decisa 25 anni fa, ha permesso ai suoli di arricchirsi di flora e fauna, funghi, lieviti e microrganismi preziosi perla completa maturazione delle uve e più tardi per consentirne la fermentazione naturale. E poi come dice Clemens: «Attraverso lo stretto rapporto con la natura e il tentativo di “intendere” il vigneto in questa maniera,abbiamo capito che vi sono forze e fattori che non siamo in grado di comprendere  e di dominare. L’influsso dell’ambiente e del cosmo sulla vigna sono infiniti e incontrollabili, e grazie all’utilizzo dei preparati biodinamici e programmando gli interventi in vigna in base alle forze cosmiche- ad esempio il ciclo lunare – cerchiamo di rispettarne l’influsso sulla natura e di trarne vantaggio».

Questo approccio naturale viene seguito anche in cantina con fermentazioni spontanee che durano anche 30 mesi per i vini più complessi. Le parcelle vengono vendemmiate e vinificate separatamente per rispecchiare la mineralità dei suoli e poi riposano a lungo sulle fecce fini in vecchie botti di rovere della capacità di 10 ettolitri.

Ne risultano vini longevi e con caratteristiche uniche,che giocano sul perfetto equilibrio tra acidità, zuccheri e alcol. L’elevata acidità rende questi vini praticamente immortali, ma la durezza nordica è bilanciata dalla perfetta maturazione delle uve che offre morbidezze impensabili a queste latitudini senza l’aiuto di zuccheri aggiunti: vini che possono arrivare a 14 gradi  con residui zuccherini notevoli ma sempre ben bilanciati.

Presentiamo uno dei vini più semplici ed espressivi di Clemens Busch, il 2010 Riesling «vom Roten Schiefer» (foto sotto) ottenuto da una parcella con prevalenza di ardesia rossa (molto ferrosa).

Il naso appare sobrio, austero con  note minerali, di gesso e grafite, che però divengono via via più garbate virando verso la pesca matura e il giglio. In bocca stuzzica le papille con una micro effervescenza intrigante che sfuma in note erbacee e chiude con una persistente sapidità equilibrata da zuccheri che danno una piacevole retrolfazione di uva matura. Un capolavoro di complessità ed eleganza, ideale per la cucine isolane: le asperità di questo vino bilanciano, infatti, i gusti grassi  e forti del pesce azzurro mentre le morbidezze sono perfette per accompagnare le speziature dolci della scorza d’arancio candita, dei pistacchio della farina di mandorle. Sui 12 euro in azienda, un po’ di più da Velier che lo importa in Italia.

www.clemens-busch.de

Foto di Sergio Desiato