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Etna Rosso 2009, degustazione alla cieca: i nostri commenti

04 Febbraio 2012
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Di verticali Cronache di Gusto ne ha pubblicate (e ne pubblicherà) un bel numero.

Lo abbiamo sostenuto in ogni circostanza: raramente si riesce a valutare il valore di un’etichetta o di una cantina senza una progressione di annate di uno stesso vino. La verticale evidenzia tutti i lati positivi e negativi, presenti con una buona proiezione futura. E poi, è una straordinaria esperienza anche per chi assaggia, un modo eccellente per imparare.


Da sinistra Maria Antonietta Pioppo, Alberto Tasca,
Giovanni Paternò, Giuseppe Tasca

Le orizzontali, invece, degustazioni di una stessa annata con vini di cantine diverse, possibilmente di uno stesso territorio o comprensorio, danno la misura della bontà di una vendemmia, qualificando anche il territorio. A patto però – va ribadito – che il comprensorio abbia delle caratteristiche omogenee, e che la comparazione venga fatta su tipologie simili se non addirittura identiche per vitigni e vinificazione. Un’orizzontale è una degustazione delicata, se così possiamo dire, di tipo strategico.


Giuseppe Tasca, Alberto Tasca, Massimiliano Montes

Tra tutti i comprensori di Sicilia, l’Etna è quello che più attira l’attenzione dei critici e degli appassionati. E, attenzione, anche delle cantine. Molte aziende si stanno giocando le carte migliori e la reputazione pur di avere un pied-à-terre su quelle che sono considerate le colonne d’Ercole dell’enologia italiana. Intuito nel marketing, o dell’eccellenza espressiva del vino? Forse entrambe.

L’Etna è un territorio che va studiato approfonditamente e Cronache di Gusto non si è tirata indietro: l’orizzontale di Etna Rosso del 2009 è una rara e preziosa degustazione che ci ha squarciato il velo su un’annata considerata tra le più difficili degli ultimi anni (piovosa in vendemmia, tra settembre e ottobre) e su di un terroir complesso e difficile da gestire.

Un ringraziamento particolare va all’azienda Tasca d’Almerita che ha messo a disposizione la logistica e il servizio necessario a condurre questa degustazione, oltre che naturalmente uno tra i vini più rappresentativi dell’azienda e di casa sul vulcano, e a tutte le aziende che hanno messo i loro campioni al fine di condurre questa prima analisi.

Dei vini in degustazione alla cieca è stato valutato l’aspetto visivo, le sensazioni olfattive e quelle gustative.

Campione 1. Graci – Quota 600
Colore rosso rubino tendente al granato, scarico e con buone trasparenze, tipico del Nerello Mascalese. L’esame olfattivo ci suggerisce una estrema giovinezza del campione in degustazione, con sentori di riduzione in evoluzione tipici dei vini da poco spillati dalla botte. Tali sensazioni si confermano anche al palato, accompagnate da tannini astringenti e buona acidità

Campione 2. Cottanera – Etna Rosso
Colore rosso rubino acceso. Delicati e freschi sentori floreali a naso, con sprazzi di frutti di bosco e note fumè. Il corpo è ben equilibrato, delicato e contraddistinto da note spiccate di mirtillo rosso e lampone nero. Il finale è piacevolmente pulito, minerale, ricco.

Campione 3. Nicosia – Fondo Filara
Ecco una bella sorpresa. Conosciuto per una importante presenza nella grande distribuzione, Nicosia sta invece sfoderando negli ultimi due anni bottiglie degne di partecipare alle migliori competizioni. Della linea per la ristorazione, Fondo Filara, l’Etna Doc è rosso rubino acceso. Il naso è netto, definito, di buona concentrazione. Nessuna sbavatura. Si avverte frutta di bosco, come more e mirtilli, liquirizia, e un delicato accenno di speziatura. In bocca è energico, tannico e piacevolmente persistente.

Campione 4. Tenuta Setteporte – Etna Rosso
I vigneti si trovano sul versante sud-ovest del vulcano, in contrada Setteporte presso il comune di Biancavilla. Colore rosso rubino pieno. Naso tipico, ma composto, inizialmente dominato da una vena di legno che nel tempo si proporrà nel bicchiere con maggiore intensità. In bocca è fresco, di buona struttura. Finale pulito.

Campione 5. Russo – Feudo
Colore rosso rubino limpido. I bouquet floreali, la frutta a buccia nera matura, e la speziatura rispecchiano bene la territorialità. In bocca è piacevole, fresco, di medio corpo. Tannini mai eccessivi. Finale netto e abbastanza lungo.

Campione 6. Patria – Etna rosso
Colore rosso rubino intenso scarsamente tipico per i Nerelli, al naso presenta evidenti sentori speziati più tipici del Syrah che dei vitigni etnei, il palato conferma tali note speziate accompagnate da tannini ed acidità poco in evidenza.

Campione 7. Russo – San Lorenzo
San Lorenzo è uno dei “Gran Cru” dell’Etna, versante nord presso Castiglione. Colore rosso rubino carnoso. A naso stupisce con un ventaglio che spazia dall’affumicato al minerale, con note di ribes e mirtillo croccante. Al palato si presenta ben equilibrato, fresco e senza sbavature. Finale austero contraddistinto da un’ottima sapidità. Un vino grandioso, superbo, di gran classe. Bello anche nelle sue imperfezioni.

Campione 8. Wiegener – Tre terre
Vino di buona corrispondenza territoriale, con colore rosso rubino tendente al granato scarico, aromi di ribes, ginestra, fiore di cappero e sottobosco, buona acidità e tannini in evidenza. Forse un difetto è l’eccessiva impronta del legno.

Campione 9. Calcagno – Arcuria
Anche questo vino ha una buona corrispondenza territoriale, con buona acidità e tannini in evidenza. Anche qui forse il difetto è l’eccessiva impronta del legno.

Campione 10. Calcagno – Nerello Mascalese
Probabilmente il miglior campione degustato. Colore molto tipico ed aromi chiari non coperti da sentori di legno. Acidità sensibile ma gradevole, tannini ancora immaturi ma piacevoli.

Campione 11. Tenute di Fessina – Musumeci
Un altro vino con scarsa corrispondenza territoriale. Colore rubino intenso e sottili speziature olfattive. Il palato conferma le note speziate insieme ad una rotondità complessiva, con tannini non particolarmente in evidenza ed acidità discreta.

Campione 12. N’Anticchia – Caciorgna
Colore rosso rubino intenso, naso pirazinico con sfumate note di peperone e cavolo, palato liscio con tannini ed acidità poco in evidenza.

Campione 13. Passopisciaro – Passopisciaro
Colore rosso rubino intenso, terso, rifrazioni di luce. Naso leggermente crudo ma segnato da un’eleganza composta. Personalità insolita e anche un po’ caparbia. Profumi varietali riconducibili a confettura di frutti neri. In bocca è vivo, teso, con una struttura tannica decisa pienamente funzionale.

Campione 14. Murgo – Etna Rosso
Ubicati a Santa Venerina, sul versante orientale del vulcano, i vigneti della Tenuta San Michele degli Scammacca del Murgo sono tra i più celebri del comprensorio etneo. Il colore è rosso rubino limpido. Naso pungente, vivo, un po’ “arruffato” ma di indubbio fascino. Piccoli frutti rossi al naso, accompagnati da una pennellata balsamica. In bocca è lieve, fresco, un vino di piacevole beva.

Campione 15. Tascante – Tasca d’Almerita
Al secondo anno di uscita, Tascante 2009 è l’interpretazione di Tasca dell’universo etneo. Ottenuto da Nerello Mascalese con una piccola quota di Nerello Cappuccio sul versante nord, è di colore rosso rubino pieno. Naso caratterizzato da piccoli frutti rossi, fiori gialli, muschio ed erbe mediterranee. Nocciola e crema di vaniglia. Bocca dalla trama fitta, soffice, elegante, con una sapidità crescente nel finale. I tannini uniti ad una contenuta acidità lasciano spazio alla sfericità del vino.

Campione 16. Alice Bonaccorsi – Etna Rosso
L’azienda di Alice Bonaccorsi sfodera da alcuni anni alcuni tra i migliori Etna Doc. Di sempre. L’annata 2009, ancora in affinamento in botte, ci perviene come campione di botte. Sebbene di notevole stoffa, è lievemente torbido e non perfettamente pulito al naso; e dunque non può essere preso in considerazione per almeno l’incomparabilità con le altre bottiglie (già pronte) e per altre ovvie ragioni. Siamo certi che l’attesa non guasterà l’aspettativa.

Campione 17. Pietradolce – Archineri
Ottenuto a Solicchiata da viti di età più che rispettabile e franche di piede, è di colore rosso rubino intenso. Al naso è di una finezza incantevole tra sensazioni fruttate, accenni balsamici e una fiera mineralità. Cenni di nocciola e vaniglia rimandano a un capace utilizzo di legno. In bocca è solare, pieno, lungamente persistente.

Campione 18. Barone di Villagrande  Etna Rosso 
Colore rosso rubino non impenetrabile. Il naso è abbastanza varietale, con note di macchia mediterranea e piccoli frutti rossi, in prevalenza ribes nero. Al palato si mostra già maturo, senza acidità eccessive e con tannini non aggressivi. La retrolfazione conferma le sensazioni olfattive, con un finale austero di media persistenza. E’ un vino che mediamente rispecchia la territorialità etnea, già pronto da bere. 

Massimiliano Montes
Francesco Pensovecchio