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Cosa bevo

Guardiola 2005, Tenuta Terre Nere

05 Giugno 2011
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di Fabio Cimmino

Il propietario Marc De Grazia è sicuramente più conosciuto come importatore di vini italiani negli States che come produttore di vino.

Da ormai alcuni anni è impegnato sull’ Etna, nella Tenuta delle Terre, dove può contare su circa 15 ettari in cui dimorano le uve indigene, Nerello Mascalese e Nerello Capuccio, coltivate in vecchie vigne ancora a piede franco. Due vigne più grandi costituiscono il Cru Calderara: di cui un ettaro e mezzo pre-fillossera ed una decina tra i quaranta ed i cinquant’anni di età. Altre due vigne, decisamente più piccole, per un totale di poco superiore ad un ettaro, costituiscono il cru Feudi di Mezzo. Infine ancora due vigne, per un totale di soli 2 ettari, quasi completamente pre-fillossera, costituiscono il cru Guardiola. Le vigne di questo cru sono tra le più alte d’Europa e sono coltivate seguendo i principi dell’agricoltura organica. Siamo tra gli 800 ed i 900 metri d’altezza: 100% Nerello Mascalese. I terreni vulcanici e le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte regalano una complessità ed una finezza aromatica assolutamente straordinarie Dopo circa due settimane di macerazione e fermentazione, il 25% della massa matura per un anno e mezzo in barrique nuove. Ho bevuto per la prima volta questa bottiglia (stessa annata) nel dicembre del 2008 e già mi era apparsa molto, molto buona anche se il legno poteva sembrare, allora, ancora completamente da assorbire. La conferma positiva è arrivata, a quasi due anni di distanza, ristappando, ahimè, l’ultima bottiglia che avevo in cantina. Chi mi conosce sa benissimo che non amo il legno piccolo e preferisco rossi di stampo più tradizionale e meno moderno. Sono piuttosto sensibile al rovere nuovo ma questa volta davvero non mi ci ritrovo nelle note di molti colleghi degustatori che hanno scritto in tal senso (quasi che avessimo degustato due vini diversi (?). Il Guardiola 2005 conserva ancora oggi una bella integrità di colore: rosso scuro non particolarmente denso ma compatto, di bella luminosità e trasparenza. All’olfatto regala uno splendido bouquet di sensazioni: eleganti profumi floreali e suggestivi rintocchi minerali su sottofondo piacevolmente balsamico e speziato. Al palato i tannini dolci, la necessaria spinta acida ed una persistente scia sapida conducono ad un lungo e piacevolissimo finale. Unica nota dolente il prezzo decisamente impegnativo ma posso garantirvi che almeno in quest’annata i trenta e passa euro che servono per acquistare una bottiglia li è valsi proprio tutti.