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Cosa bevo

Il Brunate Le Coste ’07 di Beppe Rinaldi

27 Dicembre 2011
Beppe-Rinaldi Beppe-Rinaldi


Beppe Rinaldi 

di Massimiliano Montes 

Il telefono squilla a lungo, sto per chiudere ma risponde una voce maschile.

È Beppe Rinaldi: “Ho conosciuto Marta, sua figlia, a Roma nel febbraio 2010, durante una manifestazione sui vini naturali, vorrei scrivere qualcosa sul vostro Barolo” riesco appena a dire. Beppe è un fiume in piena, a dispetto della sua fama di persona schiva e silenziosa. Vuole sapere tutto di me, chi sono, cosa faccio nella vita. Non appena gli dico di essere siciliano mi racconta di un suo viaggio, negli anni ’70, a bordo di una Lambretta che conserva ancora in garage: “Sono venuto in Sicilia in nave – mi dice -. L’ho girata in lungo e in largo con la mia Lambretta. Ma il viaggio di ritorno l’ho fatto tutto in Lambretta! Fino a Barolo”.

Dalla voce si intuisce che sorride e si comprende chiaramente il carattere schietto e la tempra di uno degli artefici del mito che ruota intorno al nome di Barolo. “Oggi non riesco più a viaggiare” continua, “mi sveglio al mattino presto ed il mio unico pensiero è la conduzione dell’azienda”. Già, l’Azienda Vitivinicola Rinaldi.

È il papà di Beppe, Battista Rinaldi, sindaco di Barolo dal 1970 al 1975, a fare di questa azienda uno dei marchi di riferimento del Barolo classico, prendendone il timone nel 1947, a soli 29 anni, in seguito alla morte del padre arrivato a Barolo da Diano d’Alba. Oggi sono Beppe e la figlia Marta che rinverdiscono i fasti dell’azienda di famiglia.

Se provi a chiedere a Beppe Rinaldi cosa pensa delle barriques, ti risponderà che il Nebbiolo è un vino che non richiede affinamento in piccoli fusti, tantomeno nuovi. “A me piace il sapore dei tannini dell’uva, non di quelli del legno. L’aroma di vaniglia ceduto dal legno nuovo rovina tutto”. È questo il motivo per cui i vini di casa Rinaldi sono affinati solo in grandi botti usate. Le rese sono basse, ma non tanto da determinare una eccessiva concentrazione e pesantezza del vino che andrebbe sicuramente a discapito della sua eleganza.   

La raccolta delle uve è ovviamente manuale e la fermentazione è ottenuta con i soli lieviti presenti in cantina e sulla buccia dell’uva, senza inoculo di fermenti artificiali. La vinificazione è effettuata nel massimo rispetto del mosto e del vino, senza uso di presidi chimici o modificazioni artificiose del profilo organolettico naturale del Nebbiolo. 

Il territorio.
La Prima dicitura “Barolo” la si può trovare nel 1730 a Londra in scambi di merce tra i Savoia e l’ambasciatore inglese. Il Barolo, in quell’epoca, era un vino leggero, dolciastro e leggermente frizzantino. Il residuo zuccherino era dovuto al fatto che la vendemmia in autunno inoltrato insieme alla fermentazione effettuata in contenitori aperti lasciati in ambiente esterno, determinava una incompleta trasformazione dello zucchero in alcol per l’interruzione precoce della fermentazione stessa a causa delle basse temperature. Il destino dei vini di Barolo cambia radicalmente nei primi anni del diciannovesimo secolo, quando Juliette Colbert, moglie del marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo, chiama in Langa un famoso enologo francese, il conte Oudart, amico di Camillo Benso di Cavour, affinché insegni ai loro cantinieri come fare un vino completamente secco.


Vigneto Le Coste, proprio sotto casa

Nascono così le cantine sotterranee, con il loro microclima costante e vantaggioso, e nasce il mito del Barolo.
Il 23 aprile 1966 viene dato il riconoscimento Doc, ed il 1 luglio 1980 quello Docg, al vino prodotto solo da uve Nebbiolo esclusivamente in 11 comuni in provincia di Cuneo: La Morra, Barolo, Verduno, Castiglione Falletto, Monforte d’Alba, Serralunga, Novello, Roddi, Grinzane Cavour, Diano d’Alba e Cherasco.
La famiglia Rinaldi è proprietaria di cinque vigneti che ricadono nell’area del Barolo: Brunate, Le Coste, Ravera, Cannubi, S. Lorenzo.

Barolo Brunate Le Coste 2007.
Abbiamo assaggiato in anteprima il Brunate Le Coste 2007 di Rinaldi, in commercio da settembre 2011. Inutile dire che è un vino ancora giovane, che richiede un ulteriore affinamento in bottiglia per raggiungere la sua vetta qualitativa. Bevuto oggi però è già buono, anzi ottimo. È un vino capace di suscitare emozione, imprime nella mente un ricordo netto della sua essenza.

L’estetica della bottiglia strappa già un sorriso, è un piacere rigirarla tra le mani. La tradizionale “albeisa” di Langa, che ricorda un po’ la Borgognona, marrone, con una bellissima etichetta vintage che suscita commozione.

Per volontà di Beppe, questo Barolo è un assemblaggio dei vini provenienti da due diversi vigneti: la ruvida acidità del cru Le Coste viene stemperata dalla maggiore morbidezza del vigneto Brunate. Bellissimo il colore di questo Barolo, rosso rubino abbastanza trasparente con l’unghia tendente al granato. Complice anche la giovane età, gli aromi di apertura sono dominati dalla ciliegia e dalla violetta. La roteazione del calice lascia emergere sottili note di sandalo, rabarbaro, liquirizia, e una velatura agumata, che fanno da sottofondo all’amarena e al ribes. Il finale ci ricorda chiaramente l’amarena e di nuovo la ciliegia. La persistenza è da primato, seguita da lunghi ricordi aromatici.

Nonostante la sua immaturità il Brunate Le Coste 2007 stupisce. È un vino da meditazione, che merita tempo e serenità. Non basta certamente un semplice assaggio: la bottiglia è un richiamo irresistibile, la soddisfazione dei sensi è ampia e grande la voglia di versarne ancora per lasciarsi trasportare da profumi e sensazioni. I ricordi che lascia sono quelli che solo un grande vino può ispirare. Il Brunate Le Coste di Rinaldi è una di quelle tappe che non possono mancare nell’esperienza personale di chi ama il vino o in quella di chi con il vino lavora. 
 
Rinaldi Giuseppe Az. Agr.
Via Monforte, 3
12060 Barolo (Cn)
Tel. 017356156 – Fax: 017356156
Acquisto diretto in cantina: possibile
Costo in enoteca: 40 euro
 
Anno di fondazione: 1890
Proprietà: Giuseppe Rinaldi
Conduzione: Giuseppe e Marta Rinaldi
Ettari vitati complessivi: 6,1
Ettari vitati a Nebbiolo da Barolo: 3,8
Nome dei vigneti: Brunate, Le Coste, Ravera, Cannubi, S.Lorenzo

Vini prodotti:
– Dolcetto d’Alba Doc.
– Barbera d’Alba Doc.
– Laghe Freisa Doc.
– Langhe Nebbiolo Doc.
– Barolo Brunate-Le Coste Docg.
– Barolo Cannubi S. Lorenzo-Ravera Docg.
– Rosae da uve Rouché.