Cosa leggo
Una nuova edizione di Profumi di Sicilia di Giuseppe Coria
Ricette e aneddoti di una cucina millenaria
Arancine, carciofi:
di tutto e di più
Esistono alcuni libri che, nel tempo, diventano dei classici. "Profumi di Sicilia", il libro di Giuseppe Coria - che da pochi giorni l'editore Cavallotto (www.cavallotto.it) ripropone ai lettori nella sua seconda edizione - da più parti è considerato "la bibbia della cucina siciliana". Il volume non è soltanto un ricchissimo testo di cucina, che nelle sue 700 pagine racchiude le più autentiche e genuine ricette della tradizione gastronomica siciliana: contiene anche una ricchissima serie di informazioni storiche, folcloristiche, etimologiche e sulle tradizioni che offrono al lettore una chiave privilegiata per indagare, da un originale e piacevole punto di vista, sul carattere della Sicilia e dei siciliani. Sfogliando le pagine di "Profumi di Sicilia" ci si rende subito conto di avere a che fare con un libro speciale, che è divenuto negli anni un autentico classico. Il libro offre una panoramica davvero completa della cucina siciliana, senza trascurare nessun aspetto: fra i tanti gli aromi tradizionali, la rosticceria (pizze, frittelle, arancine), le ricette "né carne né pesce" (anguille, lumache, rane). C'è anche una parte dedicata alle conserve (ad esempio il "capuliato", una conserva tipica di pomodoro) e ai dolci (gli squisiti cannoli e le tradizionali cassate). Alcune pagine sono dedicate al barbecue: si trova pure il segreto per fare dei magnifici carciofi arrostiti. Giuseppe Coria (1930-2003) fu un grande appassionato di enologia e di gastronomia. Colonnello dell'esercito, va in pensione a 42 anni per motivi di servizio e ritorna dal nord nella sua Sicilia dove può dare libero sfogo alla sua passione. Oltre alle sue ricerche gastronomiche, Coria ha il merito di essere stato il primo a credere al Cerasuolo di Vittoria e sopratutto - grazie alla sua amicizia ed alla collaborazione con Veronelli - a portarlo alla ribalta nazionale.
Alberto Marcedone
Una nuova edizione di Profumi di Sicilia di Giuseppe Coria
Ricette e aneddoti di una cucina millenaria
Arancine, carciofi:
di tutto e di più
Esistono alcuni libri che, nel tempo, diventano dei classici. "Profumi di Sicilia", il libro di Giuseppe Coria - che da pochi giorni l'editore Cavallotto (www.cavallotto.it) ripropone ai lettori nella sua seconda edizione - da più parti è considerato "la bibbia della cucina siciliana". Il volume non è soltanto un ricchissimo testo di cucina, che nelle sue 700 pagine racchiude le più autentiche e genuine ricette della tradizione gastronomica siciliana: contiene anche una ricchissima serie di informazioni storiche, folcloristiche, etimologiche e sulle tradizioni che offrono al lettore una chiave privilegiata per indagare, da un originale e piacevole punto di vista, sul carattere della Sicilia e dei siciliani. Sfogliando le pagine di "Profumi di Sicilia" ci si rende subito conto di avere a che fare con un libro speciale, che è divenuto negli anni un autentico classico. Il libro offre una panoramica davvero completa della cucina siciliana, senza trascurare nessun aspetto: fra i tanti gli aromi tradizionali, la rosticceria (pizze, frittelle, arancine), le ricette "né carne né pesce" (anguille, lumache, rane). C'è anche una parte dedicata alle conserve (ad esempio il "capuliato", una conserva tipica di pomodoro) e ai dolci (gli squisiti cannoli e le tradizionali cassate). Alcune pagine sono dedicate al barbecue: si trova pure il segreto per fare dei magnifici carciofi arrostiti. Giuseppe Coria (1930-2003) fu un grande appassionato di enologia e di gastronomia. Colonnello dell'esercito, va in pensione a 42 anni per motivi di servizio e ritorna dal nord nella sua Sicilia dove può dare libero sfogo alla sua passione. Oltre alle sue ricerche gastronomiche, Coria ha il merito di essere stato il primo a credere al Cerasuolo di Vittoria e sopratutto - grazie alla sua amicizia ed alla collaborazione con Veronelli - a portarlo alla ribalta nazionale.
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