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Cosa leggo

Due ispettori e l´estro degli chef

04 Giugno 2008
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    COSA LEGGO

Due ispettori e l´estro degli chef

segreti_erotici_chef.jpgGià autore di romanzi cult come “Trainspotting” e “Colla”, Irvine Welsh torna a far parlare di sé con I segreti erotici dei grandi chef, l´ennesima storia ambientata ad Edimburgo. Questa volta però sorge spontaneo partire dal titolo del libro per rintracciare qualche connessione col citato tema culinario, che fa da sfondo ad una storia in cui sono presenti tutti gli elementi tipici della cifra stilistica welshiana: stile crudo e diretto, ricco di un umorismo, a tratti volgare, forte componente surreale e profonde riflessioni esistenzialiste sul dramma umano che affligge i protagonisti dei suoi romanzi.
Proprio in quest´ultimo lavoro Welsh si stacca dal suo solito contesto sociale di riferimento ovvero la periferia di Edimburgo, fonte di ogni degrado umano e ambientale, per narrare la storia di due ispettori per l´igiene ambientale, Danny Skinner e Brian Kibby due individui diversi se non diametralmente opposti in quanto a carattere ed estrazione sociale (anche qui ricorre il tema letterario del doppio), che a causa del loro ingrato lavoro entreranno in contatto con gli chef dei ristoranti più in voga della capitale. L´Edimburgo di cui parla Welsh non ha alcuna pretesa realista ma si dichiara apertamente antirealista, fuori da qualsiasi schema preconcetto e da qualsivoglia classificazione; proprio per questo il luogo dove si svolgono le vicende dei protagonisti sembra più un topos letterario che un elemento con una sua secondaria valenza scenica. La storia si dipana ulteriormente in un intreccio inarrestabile e irresistibile approfondendo le singole dinamiche, interiori e non, che muovono i protagonisti, sviluppando una storia che si muove come se fosse scappata fuori dal controllo dello scrittore e che approderà ad un finale inaspettato e “dissonante”.
La presenza della cucina e degli chef è parte integrante del romanzo di Welsh; lo stesso autore in un´intervista ha dichiarato quanto il mestiere dello chef sia “sporco ed affascinante” e quanto gli chef siano a loro modo degli artisti spesso e volentieri “bizzarri se non assolutamente pazzi”. Proprio per questo uno dei protagonisti del romanzo si ritroverà costretto a cercare le sue “origini” all´interno di un settore così ampio e multiforme, capace di raggruppare in sé indifferentemente “il grande cuoco star della televisione come lo sfigatissimo sguattero di qualsiasi stamberga”.

Francesco Emmola