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I Dù Cesari, la cucina romana, l’amicizia con Tognazzi: Danilo Pelliccia presenta il suo libro

22 Ottobre 2021
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di Micol Ferrara

“Vuoi mangiare romano e sentirti a Roma per un paio di ore? Vai a trovare lo Chef Pelliccia.”

E’ così che Gianmarco Tognazzi racconta dell’abbinamento Dù Cesari e Tognazza in quella che ironicamente ama definire: Ugotopia. E’ nella similitudine nelle differenze, prosegue, che Danilo gli è parso da subito lo chef più adatto a rivisitare le ricette di suo padre Ugo. Sono tanti gli amici che accompagnano Danilo in questo viaggio a ritroso nella sua vita lungo ben 17 anni. Immancabile la famiglia e insostituibile Simona sua sorella nonché curatrice del volume, dal titolo St’ajo e St’ojo. Riferimenti fondamentali nel suo “tornare a galla”. E’ caduto Danilo e non si vergogna a dirlo, lui che con la sua mole, il botto lo ha fatto bello grosso, ma si è rialzato. Senza mai perdere la voglia di mettersi in gioco, imparare e condividere sapori oltreché saperi. “Una dose di amicizia e una di collaborazione” così il giornalist di Cronache di Gusto Giorgio Vaiana racconta Pelliccia visto dagli amici Chef: Di Tarsia, Mariola, Uccheddu. Dalla cucina al set – Pelliccia un attore prestato alla cucina – ed eccolo che ci traduce un film in una ricetta guidato da Marco Lombardi dando sapore a “Ritorno al crimine”.

(Danilo Pelliccia e Gianmarco Tognazzi)

Poi, ci sono i veri protagonisti: i clienti, in questo caso la penna è quella di Filippo Fiorito che ci ricorda il suo “Battesimo laico – ai Dù Cesari – accompagnato da Antani.” Si chiude con un messaggio di ottimismo dopo il difficile periodo vissuto dal settore della ristorazione – le chiusure, il Covid – “sperava de riaprì prima” Pelliccia che tuttavia quando ha riaperto se non altro ha fatto il bis con la complicità di Elena Navone e l’apertura del Dù Cesari Quadrilatero. Un ricettario che è anche e soprattutto un invito all’ottimismo oltre le storture del quotidiano. In fin dei conti aveva ragione Fellini: “La vita è una combinazione di pasta e magia.” L’importante è saperla cogliere e, se manca, crearla.