Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Cosa leggo

La Parigi poco conosciuta in un libro. Con alcuni indirizzi golosi da non perdere

22 Gennaio 2022

Cosa è?

Se cercate la storia della tour Eiffel qua non la trovate.

E nemmeno i caffè, gli esistenzialisti, le crepes e bla bla bla. Ma se, ad esempio, volete sapere dove si mangia un boeuf bourguignon perfettamente cotto o un soufflè indimenticabile siete nel posto, ops, nelle pagine giuste. E già questo, non so se ci capiamo, dice molto di questa personalissima, intima e colta guida di Parigi. Guida nemmeno, a essere precisi. Una suggestione, più che altro, distillata da chi per lavoro ci ha abitato tre anni in maniera permanente. Un invito a scoprire la città che Hemingway definì una festa mobile, attraverso storie minime, infatuazioni culinarie, passeggiate piene di sorprese, aneddoti storici, indirizzi nascosti. Un invito a lasciarsi andare, insomma. Come nell’amore, nella seduzione, nella passione, anche la scoperta della capitale di Francia necessita della giusta dose di forsennata spensieratezza e di quell’arte dell’abbandono di fronte al desiderio. I cugini d’Oltralpe usano un verbo che noi non abbiamo “per definire l’arte di girovagare con l’unica destinazione di non averne alcuna: flâner. Il vero flâneur è chi cammina per piacere e non per dovere, che si perde volendolo fare, chi pensa che il tempo perduto sia in realtà guadagnato e che l’unica mappa da seguire sia quella capricciosa del suo piacere”. Si chiama dolcezza del vivere, pardon: joie de vivre.

Perché leggerlo?

Intanto, perché al netto di colophon, indice e dedica si tratta di 126 pagine dense dense. Era davvero difficile fare entrare in così poco spazio così tanta conoscenza: topografica, culinaria, storica, artistica, letteraria e musicale (ma l’autore, un giornalista de La Stampa è uno specialista dell’opera). Non vi consiglia di andare al Louvre (“troppo grande, non basterebbe una settimana”), ma in alcune case-museo che già a leggerne viene voglia di verificare su e-dreams se c’è un volo da acchiappare. Qualche indirizzo: Musée Nissim de Camondo (“sembra che il conte Möise sia appena uscito”), in rue de Monceau; casa di Victor Hugo, in place de Vosges; il Musée della Vie romantique, in rue Chaptal… E poi, per i gastronauti sei ristoranti “dove trovare buona cucina francese senza stravaganze e senza obbligarti a fare un mutuo”. Luoghi selezionati dove trovare una spettacolare chateaubriand, il taglio è la testa del filetto “scottata e poi messa al forno” (andate a Le grand Colbert); o la lièvre à la royale, lepre disossata, marinata con aromi e cognac, riempita della sua carne di foie gras e di tartufo “cotta lungamente in una salsa al vino rosso… per cucinarla ci vogliono giornate intere e molta pazienza. Alla fine è un piacere sensuale, erotico anzi diciamolo pure, pornografico” (lo “scandaloso” indirizzo è Au Boascou in rue Rèaumur). Ora basta informazioni: acquistare, sfogliare, scoprire.

Giancarlo Macaluso

Un italiano a Parigi – storia di un amore
Alberto Mattioli
Pagine 143
Gazanti editore
16 euro