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“I nuovi onnivori. La gioia di mangiare tutto”: il nuovo libro di Roberta Schira

10 Marzo 2019
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(Betta Cucci, Giuseppe Zen, Roberta Schira, Marcella Mesciani e Franco Aliberti)

di Michele Pizzillo

Con “I nuovi onnivori. La gioia di mangiare tutto” (Vallardi, €. 16,90), Roberta Schira dice basta con il terrorismo a tavola; chiedendosi, al tempo stesso, dove sia finito il piacere della tavola. 

Ma, dalla lettura dell’agile volume appagante anche dal punto di vista grafico, ci siamo convinti che la scrittrice, firma autorevole della critica gastronomica, dice anche basta ai libri di cucina proposti da chef più o meno noti, che sono quasi tutti uguali perché presentano solo una sequenza di ricette a volte anche impossibile da fare a casa. Perché “I nuovi onnivori” è un libro che va oltre la cucina: è un viaggio di formazione alimentare che, come un “Pranzo di Babette” – celebre film di Gabriel Axel, tratto da un racconto di Karen Blixen – lungo duecento godibili pagine, riporta al centro la funzione terapeutica del cibo. E, un viaggio del genere lo può tratteggiare solo chi scrive recensioni di ristoranti e articoli di cultura del cibo (in questo caso sul Corriere della Sera) e sullo stesso tema tiene master in diversi istituti italiani – che, però, ha una formazione da psicologo: infatti, la Schira è laureata in lettere con indirizzo psicologico -. Così, da psicologa del gusto, svela fobie e falsità che sono all’origine delle sempre più diffuse ansie legate alle ideologie alimentari oltre ad offrire un metodo per interpretare correttamente le ricerche scientifiche, spiega come riconoscere un ristorante sostenibile e un allevamento eticamente accettabile; e, infine, suggerisce, con semplici, ma sfiziose ricette, come organizzare una cena perfetta “per tavolate miste”.

A questo conclusione la Schira – che ha già pubblicato una dozzina di libri, tra cui “Il libro delle frattaglie” (Ponte alle Grazie), “Il nuovo bon ton a tavola” e “Mangiato bene? Le 7 regole per riconoscere la buona cucina” (Salani), “La gioia del riordino in cucina” (Vallardi), tradotti anche in tedesco, spagnolo, francese, olandese, portoghese e ungherese – arriva dopo aver tratteggiato la figura del “Nuovo Onnivoro”, ovvero una persona attenta alla qualità del cibo; rispettoso e tollerante verso coloro che la pensano in modo diverso da lui; commensale desideroso di riconquistare la gioia dello stare a tavola e di mangiare, senza rinunce, tutto ciò che gli piace, sentendosi anche libero di sperimentare. Cercando di superare la divisione tra un’umanità carnivora, a tratti ottusamente ottimista, senza alcun rispetto per gli animali e per il Pianeta, e un’umanità catastrofista, che annovera fondamentalisti del “no carne”, attivisti vegani e ambientalisti aggressivi, Roberta Schira traccia una terza via, che prevede “un pizzico di scienza, un pizzico di coscienza e un pizzico di filosofia”.

Per sviluppare questi temi, l’autrice crea un interlocutore, Tom, agronomo italoamericano che sta seriamente pensando di abbandonare la carne. È un commensale alla ricerca della sua identità alimentare: ha qualche intolleranza, molte certezze e molti dubbi. Insomma “c’è un po’ di Tom in tutti noi”, dice la critica gastronomica del Corriere della Sera. Tom incarna perfettamente l’odierno dilemma del come sopravvivere ai riti alimentari contemporanei fra gusto, salute e paure. La risposta è “la terza via”: cioè la possibilità per il commensale onnivoro di vivere in serenità i momenti conviviali scegliendo consapevolmente un’alimentazione etica che combini allevamento sostenibile e profitto, gusto per il buon cibo e impatto ambientale zero, e consenta di godere, con moderazione, anche dei “cibi proibiti” senza sentirsi giudicati o in colpa. Oggi, infatti, preconcetti e falsi miti condizionano continuamente le nostre scelte alimentari incidendo profondamente anche sul modo in cui mangiamo, da soli o in compagnia, a scapito della convivialità, che implica condividere il tempo, oltre che il cibo. Stare seduti gli uni accanto agli altri intorno a una tavola significa inevitabilmente influenzare con il nostro umore gli altri commensali, con la conseguenza – in certi casi – di privarci di spontaneità, causare diffidenza, pregiudizio reciproco e infine chiusura totale.

E, così, a tredici anni dalla pubblicazione de “Il dilemma dell’onnivoro” di Michael Pollan, il dibattito sul complesso equilibrio tra essere umani, cibo e ambiente è più che mai aperto e attuale grazie a Roberta Schira che lo alimenta con questo libro – presentato insieme al direttore editoriale di Vallardi, Marcella Mesciane e agli chef Giuseppe Zen (veneto, milanese adottivo e, dice, siciliano per scelta) e Franco Aliberti, mentre Betta Cucci ha letto con sublime maestria alcuni brani de “I nuovi onnivori” – e i 14 punti de “Il manifesto dei Nuovi Onnivori”.

Il Manifesto dei Nuovi Onnivori

  1. Il cibo non fa male
  2. La libertà del commensale è sacra
  3. Se il cibo è buono o cattivo non lo decide il tuo palato ma la tua testa
  4. Condividere il cibo è un piacere. Evita di frequentare chi ti butta addosso ansia
  5. A tavola prenditi il tuo tempo, non quello imposto dal sistema
  6. Ogni tanto sentiti libero di mangiare cibi proibiti senza sentirti giudicato o in colpa
  7. Prediligi cibo locale (e non solo) e cibo di stagione
  8. Mangia meno carne e se lo fai, chiediti come ha vissuto e come è stato ucciso quell’animale
  9. Viva il cibo fresco, abbasso il cibo confezionato e pronto da mangiare
  10. Trasformare un ingrediente in un piatto finito è terapeutico
  11. Stare a tavola insieme è molto più che stare seduti l’uno vicino all’altro
  12. Se hai un credo alimentare diverso dal mio, parliamone
  13. Non è così importante saper cucinare tante ricette, meglio avere un progetto
  14. Anche se stai a dieta tutta la vita, ricordati che di qualcosa dovrai pur morire
I nuovi onnivori
Roberta Schira
Edizione Vallardi
Prezzo euro 16,90