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Dove dormo

La magia post rurale di N’orma

27 Marzo 2014
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Il paesaggio agricolo che ci circonda è pieno di memoria.

Tracce più o meno evidenti, per lo più decadenti, invisibili a tanti.  Si rivelano principalmente come forme architettoniche di una cultura contadina che fu. Testimonianze che resistono nonostante tutto. Quante ne incontriamo con lo sguardo dal finestrino di una macchina o di un treno in corsa! Qualcuno le fotografa per farne scenografie da taggare e condividere con #fotoamatori. Altre volte riemergono sotto i riflettori di set fotografici o cinematografici. Poi troppo presto ritornano nell'ombra. 

Memoria, fatta di blocchi di pietra e legno, è N’orma, il progetto che vi raccontiamo e che ha tanto di amore. Innanzitutto perché non sarebbe germogliato se nord e sud non si fossero uniti in matrimonio. Andreina Iebole, l’autrice di questo luogo di cultura, relax e sapori, è ligure. Maurizio Di Gregorio, il consorte che l’ha sostenuta amorevolmente nell’impresa di riedificare il calore di casa che aveva un tempo impregnato l’antica struttura, è catanese. Parliamo di un piccolo borgo rurale in contrada Donnagona, nell’agro di Chiaramonte Gulfi. Siamo nel regno della Tonda Iblea, nella Docg Cerasuolo di Vittoria. Il complesso, immerso nel silenzio opulento e nel bagliore della campagna siciliana, è circondato da un bosco di ulivi, domina un terreno di poco meno di due ettari di cui mezzo coltivato a vigna. L’olio e il vino sono i pilastri del suo passato.

La coppia ci arriva per caso, “durante una passeggiata in una splendida giornata azzurra di dicembre, nel 2006” ricorda benissimo Andreina.  Si ritrovano davanti il vecchio palmento segnato dall’abbandono ma ancora intatto, una piccola corte e piccoli fabbricati che dovevano essere stati il pollaio, la conigliera e la stalla. Il luogo del buen retiro, che inconsciamente da sempre cercavano, si manifestava attraverso crepe che dicono tanto. In entrambi si fa subito strada la sensazione che niente sarebbe stato più come prima. La magia di quell’incontro innesca il desiderio di compiere il sogno. Marchia per sempre Andreina e Maurizio. Ritornati a Milano, dove vivono e lavorano, decidono di lavorarci su, anzi è Andreina che comincia a non dormirci più la notte.

Il progetto inizia a prendere forma nei pensieri, prima come casa di campagna poi si fa spazio l’idea di farne un rifugio per il turista, per il viaggiatore amante della natura, sensibile ai suoi ritmi. Fino a quando, sul tavolo da disegno di Patrizia Sbalchiero, amica che Andreina convoca per condividere il piano di realizzazione, diventa, finalmente, N’orma.

L’opera di ristrutturazione è stata pensata per preservare le atmosfere e la storia del borgo. “Sin da subito ho avuto le idee chiare. Volevo proteggere la memoria, rispettare la tradizione e l’essenza di casa come luogo di relazioni, senza mettere un freno alla contemporaneità in cui viviamo – spiega Andreina che si è formata e ha lavorato come commerciante nel campo del design contemporaneo – . Non volevo modificare quello che già c’era. Ogni pietra, ogni dettaglio parla di un mondo passato. Bisognava lasciare intatta la carica emozionale degli spazi dando loro nuove funzioni”. Il palmento è diventato la cucina, le stalle sono camere da letto che si aprono con pareti a vista sull’uliveto e la piscina, vi sono ambienti dedicati alla conversazione, alla lettura e alla rigenerazione dell’animo. Non c'è angolo che non è stato studiato in modo maniacale e l’illuminazione, affidata al designer Davide Groppi, è la trama immateriale che racconta l’architettura, evocandola e definendola. Vecchi oggetti e mobilio dimenticati dentro le mura hanno ritrovato la loro collocazione o una destinazione creativa. Nulla sembra essere cambiato in apparenza e tutto risplende di fascino post-rurale.

N’orma ha anche un cuore. I sui battiti riportano indietro di centinaia di anni. E’ la cantina. Qui Andreina e Maurizio tengono il loro vino. Una sola tipologia. “Il rosso”, il “vinello”, come quello che sostentava la comunità che animava il borgo. Blend con prevalenza di Nero d'Avola. Anche questo è un’opera di recupero che rimane fedele alla vocazione di questo territorio e ha visto la collaborazione dell’enologo Vincenzo Bambina. Prima vendemmia la 2008. Data che celebra una rinascita, potremmo dire: il vigneto si riappropria del suo vecchio ruolo e ritorna a far da sostentamento al baglio. “Questo vigneto ha anche stregato e incuriosito Peter Di Poli, nostro caro amico – ci confida Andreina -. Tanto che è voluto venire in Sicilia per vederlo. E’ stato lui che ci ha consigliato di affidarci a Bambina”.

Il vino accompagna l’esperienza del gusto offerta per lo più da ortaggi di stagione, dalle uova fresche, dai formaggi dei vicini casari. Nel palmento/cucina non dimora il concept ristorazione. La memoria viene conservata gelosamente in dispensa e ai fornelli. Si mangia quello che porta il contadino, che offre l’orto. Si assaporano ricette campestri. Il ritorno alle origini è il must. Scevro da velleità filosofiche. Piuttosto coltivato come una forma di acculturazione, di cui emblema gastronomico è anche “Provvisolio”, l’olio di Tonda Iblea che Andreina e Maurizio hanno prodotto prima ancora di allestire il cantiere: “Ci siamo avvalsi della consulenza, anche questa volta, di amici, di Sebastiano Giaquinta dell’Azienda Cinque Colli – aggiunge Andreina -. Siamo rimasti contenti del risultato. Del resto, in questa zona, è davvero facile fare olio eccellente”. 

Anche se N’orma le radici le ha ben piantate a Chiaramonte Gulfi, in verità sembra essere il luogo che ognuno di noi porta dentro, familiare ai nostri ricordi, dove dimorano insegnamenti e valori tramandati, frammenti di vita semplice a contatto con la terra e la natura, magari non vissuti in prima persona, ma che ci appartengono per dna.

Manuela Laiacona


N’orma
Contrada Donnagona, 2
97012 Chiaramonte Gulfi (Rg)
Tel 333 9926945
info@n-orma.it
www.n-orma.it