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Dove mangio

Altri cinque ristoranti da provare (o riprovare) in questa fase di rinascita

03 Giugno 2020
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di Gianluca Rossetti

Ci siamo: siamo nella “fase tre”. I giorni più brutti della recente storia del nostro Paese sono un po’ alle spalle.

E pian piano si tenta un normale ritorno alla normalità. E una cosa normale potrebbe essere quella di andare a cena fuori in un ristorante. Noi ne abbiamo selezionati (altri) cinque del Nord Italia dove andare e dove godere della bravura degli chef e della bellezza dei loro piatti. 

RISTORANTE CRACCO DI CARLO CRACCO – CORSO VITTORIO EMANUELE II, MILANO
Del ristorante di Carlo Cracco se ne parla sempre, sia nel bene che nel male, chi critica perchè ci è andato, chi critica e non ci è mai stato, chi dice che rimarrà sempre un grande maestro della cucina e chi elogia le sue ultime imprese culinarie. Bene, da Carlo Cracco però si deve andare, perchè per quanto mi riguarda, uno chef non è obbligato a prestare servizio in un momento come questo, o meglio, non è obbligato a scegliere spontaneamente di mettersi in gioco e di rischiare andando a cucinare all’ospedale da campo creato a Milano. Una stella michelin, uno degli chef più famosi in Italia e nel mondo, e uno dei pochissimi che ha deciso di rischiare mettendosi a disposizione per le persone. Un gesto d’onore per un grande chef. Andate da Cracco quindi, e fatevi la vostra idea sulla sua cucina.  Un gesto che significa tanto e che non deve passare inosservato.Ah un consiglio, provate la sua insalata russa caramellata, non potrete più farne a meno.

RISTORANTE COMBAL ZERO DI DAVIDE SCABIN – PIAZZA MAFALDA DI SAVOIA, RIVOLI (TO)
Molti dicevano che quando tutto sarebbe finito, avrebbero fatto pazzie. E allora bisogna fare visita allo chef più pazzo di tutti, Davide Scabin. Ristorante all’interno del castello di Rivoli in una location maestosa. Andateci per assaporare le più scientifiche follie culinarie, per una cena che risveglierà l’entusiasmo perso anche ai più scettici. Davide Scabin è evoluzione, innovazione, tecnica e spavalderia. E’ stato per anni la stella michelin più cara d’Europa dopo l’ingresso nei “50World’s best restaurants in the world” e non ha mai avuto paura di ammetterlo. Consigliarvi un piatto sarebbe difficile, andate ad assaggiare le sue idee vi direi più sinceramente. Ma se proprio devo dirne uno, provate il rognone al gin. Non vi dico altro.

RISTORANTE EL MOLIN DI ALESSANDRO GILMOZZI – PIAZZA CESARE BATTISTI, 11, CAVALESE (TN)
Tanti Lombardi vanno spesso in Trentino Alto Adige in vacanza. Se passate da Cavalese, questa è una tappa che non potete assolutamente saltare. Venite da “El Molin” letteralmente per mangiare la montagna, per assaporare i gusti di muschi, licheni, erbe spontanee e funghi come se vi trovaste soli all’interno di un bosco o se steste scalando una vetta sulle Dolomiti. Alessandro Gilmozzi mescola sapientemente questi sapori tutti insieme, per creare piatti di un livello veramente alto e troppo spesso sottovalutati dalla critica di settore. Piatto da provare? “L’olio e la sua montagna”. A noi ha fatto venire i brividi.

L’ARGINE A VENCO’ DI ANTONIA KLUGMANN – LOCALITA’ VENCO’, DOLEGNA DEL COLLIO (GO)
Una delle cinque cene migliori della mia vita. Quando mi chiedono la qualità migliore che voglio trovare quando “assaggio” uno chef rispondo sempre la passione, e Antonia Klugmann rappresenta in pieno questa parola. Tutto quello che è lei lo si ritrova nei piatti, in ogni piatto per essere precisi. Fiori, erbe, il Collio, il territorio appunto; questi sono i tratti caratteristici della sua cucina. Se volete veramente emozionarvi mangiando, andate a Vencò e provate questo magnifico ristorante. One dish to try? Sicuramente il risotti piselli freschi, piselli secchi ed erbacce. Squisito.

RISTORANTE DA VITTORIO DEI FRATELLI CEREA – VIA CANTALUPA, 17, BRUSAPORTO (BG)
Mi perdonerete ma chiudo con un ristorante di Bergamo (più precisamente a Brusaporto), una delle zone più colpite e che ancora oggi piange per le centinaia di vittime. Per i fratelli Cerea vale il discorso che abbiamo fatto con il ristorante di Carlo Cracco. Essere un maestro di cucina non vuol dire non essere anche un grande uomo. Lo ha dimostrato Enrico Cerea, anche lui in prima linea nell’ospedale da campo di Bergamo a preparare pasti per medici e infermieri. Un grande gesto, un gesto che va al di sopra degli hashtag #stayathome che si possono utilizzare da casa. Qui parliamo di uomini che rischiano la vita, e che per questo vanno elogiati. Oltre a questo, regalatevi una cena in un ristorante tre stelle michelin perchè la vita è breve, e la maestria dei fratelli Cerea non può non essere vissuta almeno una volta nella vita. L’arte del far sala e l’arte del far da mangiare che si fondono in un magnifico spettacolo che vi affascinerà occhi, mente e palato. Un turbillon di esperienza e capacità culinaria che non vi dimenticherete facilmente.  Ripartiamo da Bergamo, ripartiamo doverosamente da qua. Ripartiamo dai migliori.