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Il caso

La cantina Settesoli vuole donare soldi per il restauro di Selinunte: ma non c’è il regolamento

19 Novembre 2015
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Una storia che si trascina ormai da anni. Ed adesso il caso arriva al Governo. Telefonata di Davide Faraone ai vertici aziendali della cantina


(Vito Varvaro, presidente della cantina Settesoli)

Chiamiamola “assurda”. Una storia che dai confine regionali ha avuto immediata rilevanza nazionale. Protagonisti: la cantina Settesoli di Menfi, il parco archeologico di Selinunte e la regione siciliana.

“Da più di un anno tentiamo di aiutare lo Stato nel restauro dei Templi di Selinunte. Siamo la più grande azienda vinicola della Sicilia, siamo una cooperativa di 2.000 famiglie che coltivano 6.000 ettari di vigneto. I templi si trovano nel nostro territorio, da più di un anno abbiamo tentato di finalizzare un bel progetto di sponsorizzazione con l’obiettivo di raccogliere 500 mila euro per restaurare questo bene pubblico. Non ci siamo riusciti, la burocrazia non vuole”.
È questo l’appello di Vito Varvaro, presidente di Cantine Settesoli – che prosegue: “Per questo abbiamo deciso di produrre un accurato dossier di documentazione e di denuncia dell’iter burocratico a cui si è dovuta sottoporre la nostra azienda e di renderlo di pubblico dominio alla stampa e al Ministero dei Beni Culturali. Al fondo, resta la frustrazione per il blocco di una buona iniziativa privata a sostegno della cultura siciliana a costo zero per le casse della Regione”

Nell’estate del 2014 Cantine Settesoli avvia il progetto di sostenere il “Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa” volto alla sponsorizzazione integrata con il fund raising, che prevede una donazione iniziale da parte della cantina e una raccolta fondi da destinare ad interventi di manutenzione e/o restauro e/o valorizzazione su beni del Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa. Obiettivo del progetto è raccogliere minimo 500 mila euro e aumentare la conoscenza di Selinunte tra i turisti italiani. Da allora si sussegue una serie di incontri con la direzione del Parco Archeologico e l’Assessorato ai Beni Culturali della Sicilia con approvazioni preliminari di massima sconfessate da continui cambi di orientamento che costringono a ripetute revisioni e invii della proposta di sponsorizzazione. Fino all’ultimo colpo di scena, in data 15 ottobre, dove l’Assessorato Beni culturali e dell’Identità Siciliana comunica che si ritiene necessaria l’emanazione di un regolamento regionale (con tempi non definiti) per regolare le sponsorizzazioni in Sicilia.

A fine ottobre, vista la situazione, l'azienda decide di portare a conoscenza del Ministero dei Beni Culturali e della stampa la storia del progetto “Settesoli sostiene Selinunte”, ritenendo doveroso, da buoni cittadini, denunciare l’accaduto”.
Stamattina della vicenda si è anche occupato il Corriere della Sera e dalla cantina hanno fatto sapere di essere stati contattati direttamente da Davide Farone, sottosegretario all’Istruzione che ha chiesto un appuntamento telefonico con i vertici aziendali per chiarire questa questione.

C.d.G.