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Il caso

Emergenza clementine in provincia di Taranto: produrle costa più che venderle

25 Febbraio 2019
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di Annalucia Galeone, Taranto

Il comparto agrumicolo nella provincia di Taranto è al collasso a causa delle importazioni selvagge, del crollo dei prezzi e delle criticità ambientali. 

I problemi sono strutturali, nonostante l'emergenza non esiste un piano regionale. La Clementina del Golfo di Taranto Igp è coltivata nei comuni di Taranto, Palagiano, Massafra, Ginosa, Castellaneta, Palagianello e Statte. Sono 1.041 le imprese agricole joniche con una produzione complessiva di clementine e arance di 1,9 milioni di quintali. Produrre un chilo di clementine costa al coltivatore 0,20 centesimi (sono escluse le spese di raccolta). Quest'anno 1/3 della produzione è rimasta incolta, i 2/3 sono stati venduti sulla pianta a prezzi compresi tra i 0,5 e 0,10 centesimi al chilo. Ai mercati generali sono vendute a 0,60/0,70 centesimi al chilo. Ne vale la pena? Intanto a causa della concorrenza sleale 170 mila tonnellate realizzate con costi e standard inferiori sono arrivate dall'Africa, dal Sud America e dal Marocco. Per dare una boccata d'aria agli imprenditori e cercare di risollevare le tristi sorti la Coldiretti Puglia ha stipulato un accordo pilota di filiera con la Lome Super Fruit di Masseria Fruttirossi di Castellaneta, per trasformare in succhi di frutta 100% di arance e clementine anche Igp. 

Dolci e zuccherine sono ricche di fibre e vitamina C. Sono ottime per preparare gustose spremute, marmellate, dolci e sorbetti. Palagiano è la città delle Clementine. Ogni anno alla fine di novembre si tiene la sagra, il borgo si tinge di colore e allegria. Le prime coltivazioni risalgono al 1900. La Clementina detta anche Mandarancio si narra nasca dall'incrocio tra l'arancio e il mandarino fatto casualmente da padre Clément Rodiet, direttore di un convento orfanotrofio in Algeria. La particolare composizione del sottosuolo e delle acque ricche di sale conferiscono un particolare sapore tale pare da renderle migliori rispetto alle varietà lucane e calabresi. Il marchio Igp Clementine del Golfo di Taranto è stato un insuccesso. Il Consorzio esiste solo sulla carta, nei fatti si sono perse le tracce. Sono in corso incontri e dibattiti per creare un nuovo brand.