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Il caso

Primo “sì” per i dazi americani all’Unione europea: sul piatto 7,5 miliardi di dollari

02 Ottobre 2019
Donald_Trump Donald_Trump


(Donald Trump)

Svolta sul caso Dazi tra gli Stati Uniti e i paesi europei. Il Wto, l'organizzazione mondiale per il commercio, ha stabilito che gli Stati Uniti potranno imporre dazi agli europei per 7,5 miliardi di dollari come compensazione per gli aiuti illegali concessi al consorzio aeronautico Airbus.

Si tratta di una cifra record quella riconosciuta mercoledì dal Wto, e fa riferimento a una sentenza contro l’Unione europea per il dossier Airbus pronunciata a maggio 2018. Il pronunciamento odierno non chiude il contenzioso. Si prevede infatti che l’anno prossimo il Wto si pronuncerà su quanti dazi potrà imporre l’Unione contro gli Stati Uniti che a sua volta era stata sanzionata per Boeing. “Anche se gli Stati Uniti hanno avuto l’autorizzazione dal Wto, scegliere di applicare le contromisure adesso sarebbe miope e controproducente – scrive il commissario dell'Unione europea al commercio, la svedese Cecilia Malmstroem, in una dichiarazione – Restiamo pronti a trovare una soluzione equa, ma se gli Stati Uniti decidono di imporre le contromisure autorizzate dal Wto, l'Unione europea non potrà che fare la stessa cosa”, aggiunge il commissario.

“Sia l'Unione europea che gli Stati Uniti sono stati considerati colpevoli dal sistema di risoluzione delle dispute del Wto per aver continuato a fornire alcuni sussidi illegali ai loro produttori di aerei – ha aggiunto Malmstroem – La Commissione ha già pubblicato ad aprile una lista preliminare di prodotti statunitensi su cui potrebbe imporre contromisure attraverso i dazi. LUnione eruopea è pronta a lavorare con gli tati Uniti per trovare una soluzione equa e equilibrata, ma se gli Stati Uniti decideranno di imporre contromisure autorizzate dal Wto, spingeranno l’Unione europea in una situazione in cui non avrà altra scelta che fare lo stesso”.

Washington ha chiesto al Wto un risarcimento pari a 11,2 miliardi di dollari all’Europa e ora potrebbe colpire una serie di prodotti tecnologici (aerei e componentistica) realizzati nei quattro Paesi del consorzio Airbus: Regno Unito, Francia, Germania e Spagna e anche prodotti alimentari e beni di lusso. Un comparto questo che tocca anche esportazioni italiane, sebbene il nostro paese non faccia parte del consorzio.

C.d.G.