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Il caso

Bordeaux Lussac-Saint-Émilion, produttore multato per uso improprio di carbone enologico

02 Aprile 2013
barrique barrique

Succede anche nelle migliori famiglie, così verrebbe da dire a commento della notizia.

A Bordeaux, nella Aoc Lussac-Saint-Émilion, un produttore, di cui viene mantenuta anonima l’identità, avrebbe usato il carbone enologico per salvare il suo vino, oltre il limite consentito. Esattamente sono 230 ettolitri quelli incriminati, annata 2008. Alcuni sono stati venduti sfusi come Aoc Lussac-Saint-Émilion, il resto imbottigliato.

Il carbone enologico sarebbe stato aggiunto dopo le fasi di vinificazione dove è consentito l'uso dal regolamento comunitario, sarebbe stato immesso a completamento della produzione. Il ritrovamento delle tracce di tale sostanza, infatti, in altri passaggi e a vino finito comporta l'eliminazione dello stesso. Il caso è stato scoperto dall’organo preposto ai controlli anti frode della regione. A destare il sospetto, e quindi l’intervento degli agenti, sono state alcune ricevute di acquisto della sostanza in un periodo dell’anno insolito e in una quantità ben superiore a quella necessaria e utilizzata normalmente in cantina. Così è scattata l’indagine.

Tra le diverse proprietà del carbone enologico vi sono anche: il potere decolorante, si usa soprattutto per i mosti bianchi; protegge dalle contaminazioni o viene utilizzato per eliminare alcuni difetti dei mosti alterati da funghi. Il produttore è stato sanzionato con una multa di 5mila euro e una sospensione dell’attività per 5mila euro.

Maria Giambruno


fonte: decanter.com