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Il caso

Cerasuolo di Vittoria, consorzio nella bufera. Il Ministero annulla le elezioni del cda

15 Dicembre 2020

Per il Mipaaf compiute diverse irregolarità nel voto di marzo che ha portato Achille Alessi alla presidenza. Imposte nuove elezioni entro tre mesi. La replica: “Mera questione burocratica”

Il consorzio del Cerasuolo di Vittoria nella bufera. Sono state annullate le elezioni del marzo scorso che avevano portato alla carica di presidente Achille Alessi, proprietario della cantina Terre di Giurfo. Alessi aveva preso il posto di Massimo Maggio che si era dimesso a pochi mesi dalla nuova elezione. Con Alessi erano stati eletti Silvio Balloni (Santa Tresa) come vicepresidente e i consiglieri Gaetana Jacono (Valle dell’Acate), Andrea Annino (Valle delle Ferle), Pierluigi Cosenza (Poggio di Bortolone), Rosario Giudice (Cantina Horus), Alessio Planeta (Aziende Agricole Planeta), Antonio Rallo (Donnafugata) e Giuseppe Romano (Azienda Agricola Romano). Ora il voto è stato annullato da un provvedimento del ministero che è stato già notificato ai vertici del consorzio. Una decisione che arriva come un fulmine a ciel sereno contro l’unico vino siciliano che può fregiarsi del marchio Docg. E, andando a memoria, non si ricordano precedenti nella storia del vino siciliano.

I vertici del consorzio si sono riuniti in tutta fretta già ieri sera, come ha confermato l’ex, ormai, presidente, Alessi: “Si tratta di una questione meramente burocratica – dice Alessi – Ma siccome vogliamo fare le cose per bene, ci stiamo già organizzando per procedere a nuove elezioni”. All’origine del provvedimento del ministero, la questione dei soci eletti nel Cda e della loro effettiva rappresentatività. E’ lo stesso statuto del Consorzio del Cerasuolo che spiega che “ciascun socio ha diritto ad un voto ponderale e cumulativo rapportato alla quantità di prodotto complessivamente ottenuto e/o vinificato e/o imbottigliato risultante dalle denunce vendemmiali e di produzione nella campagna immediatamente precedente l’assemblea (…)”. Oltre al Regolamento elettorale che individua unità di conto differenti per le categorie viticoltori, trasformatori ed imbottigliatori delle due denominazioni tutelate (Docg Cerasuolo e Doc Vittoria).

“Dal ministero ci è stato spiegato che dobbiamo bilanciare la rappresentatività tra la Docg e la Doc – dice il presidente – Ma il problema è che noi stiamo lavorando con uno statuto vecchio e cambiarlo richiederebbe troppo tempo. Quindi ci adeguiamo. Ma tutti noi soci produciamo sia vini Docg che vini Doc”. L’aumento del numero dei consiglieri, da 6 a 9, probabilmente è stata una scelta errata da parte del consorzio che, così facendo, non ha più rispettato la questione della rappreentatività delle varie figure all’interno del Cda. Probabile, dunque, che si faccia un passo indietro.

Ma Alessi, ora “sfiduciato” da Roma, vuole andarci con i piedi di piombo: “Necessari alcuni passaggi con il ministero – dice – Non solo per la questione del numero dei consiglieri, ma anche per la questione dei dati sull’uva prodotta e sul vino imbottigliato, per determinare il “peso” delle figure del consorzio”. Già, perché le elezioni dovranno gioco-forza tenersi entro marzo se non si vogliono rischiare delle sanzioni: e allora quali dati saranno presi in considerazione? Quelli del 2019 oppure quelli del 2020? “Ci dirà il ministero”, dice Alessi. Nelle vecchie elezioni, la ripartizione del numero di consiglieri tra le due denominazioni tutelate – la Docg Cerasuolo di Vittoria e la Doc Vittoria – è stata effettuata facendo riferimento “alle percentuali di partecipazione”. Ma il ministero sostiene che questa ripartizione dei consiglieri tra le due denominazioni debba avvenire facendo riferimento al principio di equilibrata rappresentanza delle due denominazioni, quindi un equo numero di imbottigliatori, viticoltori e vinificatori. I soci del consorzio sono una trentina tra produttori, vinificatori ed imbottigliatori. Gli ettari sono oltre 250 e la produzione è di oltre 11 mila ettolitri l’anno. Del totale delle bottiglie, circa il 60 per cento vola all’estero, con Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Canada e Paesi Baltici come mercati di riferimento. Ora, quel che è certo è che si torna a votare. E si vedrà se gli esiti saranno diversi.

C.d.G.