Il caso
Consorzio Vini d'Irpinia, Teresa Bruno nuovo presidente. Ma le elezioni sono un caos

Teresa Bruno della Cantina “Petilia” è il nuovo presidente del consorzio Vini d'Irpinia.
Una svolta per il consorzio campano che elegge, per la seconda volta, una donna al vertice più alto dell'associazione (dopo Milena Pepe). Ma le elezioni rischiano di avere pesanti strascichi legali e di venire annullate. Facciamo un po' il punto della situazione. Le elezioni si sono tenute al Paladelmauro di Avellino. Erano già state rinviate una prima volta per alcuni dissapori tra le due fazioni candidate alla presidenza (ne parlavamo in questo articolo). Da un lato lo schieramento a sostegno di Teresa Bruno capitanato da Feudi di San Gregorio, dall'altra quella a sostegno di Marco Todisco, titolare dell’azienda vitivinicola “Femi’a”, ispirata da Piero Mastroberardino ed interprete di una linea in chiara e dichiarata continuità rispetto all’operato del Cda uscente presieduto da Stefano Di Marzo di Cantina “Torricino” che non si è ricandidato. Alla fine l'elezione della Bruno è al fotofinish. Ci sono appena 13 voti di scarto tra i due contendenti. Ma le polemiche non si sono mai placate. Pare con posizioni estremiste, come quella dello stesso Mastroberardino che nel discorso in assemblea avrebbe minacciato defezioni qualora il risultato avesse premiato, così come accaduto, la lista Bruno.
Ma non è finita qui. Perché al termine dello spoglio, l'ex presidente Stefano Di Marzo ha evocato il comma 5 dell’articolo 2.372 del Codice civile, sostenendo che i Consiglieri di Amministrazione uscenti non avrebbero potuto votare e che, dunque, sottraendo quei voti alla conta la vittoria andava riconosciuta a Todisco. Per il gruppo a sostegno di Bruno, però, la precisazione di Di Marzo va fatta cadere nel vuoto, "in quanto l’articolo richiamato si applica alle società per azioni, non al Consorzio di Tutela" e che "nel corso di questi venti anni i consiglieri uscenti hanno sempre votato" oltre che "lo stesso di Marzo ha partecipato alle operazioni di voto". Tensione altissima. Ma la partita pare non essere chiusa. La neo presidente non ha risposto mai alle nostre telefonate. Mentre Di Marzo si è trincerato dietro un "no comment", assicurando che ne sapremo di più nei prossimi giorni. Intanto la cronaca. Teresa Bruno è il nuovo presidente con appena 13 voti di scarto su oltre 3 mila votanti. Con lei è stato anche eletto il nuovo Cda: Sabino Basso, Ilaria Petitto, Maura Sarno, Bruno Picariello, Oreste De Santis, Fabio De Boumount, Antonio Melone, Arturo Erbaggio, Claudio De Luca e Raffaele Panarella. Ma il futuro resta incerto. E stiamo parlando di un consorzio composto da 540 soci e che produce oltre 8,3 milioni di bottiglie (tra Greco di Tufo 3,2 milioni; Fiano di Avellino 1,9 milioni; Taurasi 830 mila; Irpinia 2,3 milioni). Sono duemila gli ettari rivendicati dal consorzio (600 per il Greco di Tufo, 400 di Fiano di Avellino e mille di Aglianico) che si trovano in 26 comuni per la Docg Fiano di Avellino, 8 comuni per la Docg Greco di Tufo, 19 comuni per la Docg Taurasi e per l'Irpinia tutti i comuni della provincia di Avellino.
C.d.G.
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