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Il caso

Francesco Ferreri: quattro giorni per ricevere la Docg, non mi sembra vero

16 Febbraio 2012
ferreri ferreri

“A volte in Sicilia le cose funzionano in modo efficiente e soprattutto veloce”, a dirlo è Francesco Ferreri (nella foto) presidente del Consorzio di Tutela Cerasuolo di Vittoria Docg.

Il plauso lo rivolge al modo in cui l’Istituto Regionale della Vite e del Vino sta svolgendo il ruolo di ente certificatore,  da poche settimane interamente responsabile di tutte le fasi dell’iter di riconoscimento della denominazione, dal prelievo in cantina alle commissioni d’assaggio. Quest’ultima procedura di valutazione era prima di competenza delle Camere di commercio.

“Lo staff dell’Istituto ha riconosciuto il marchio ai miei vini dopo quattro giorni lavorativi, non mi sembrava vero. E anche gli altri miei colleghi hanno riscontrato la stessa efficienza – così porta la sua testimonianza Ferreri in qualità di produttore di Valle dell’Acate-. Vivendo qui a Ragusa in un’isola felice dove la Camera di commercio in questi anni aveva lavorato bene, sul trasferimento di competenze eravamo un po’ scettici. Invece apertamente, a voce alta, devo dire che tutto è stato condotto in modo eccezionale. Le risposte sono pervenute in tempi brevissimi, grazie anche al funzionamento del sistema informatico che ci ha agevolato, consentendo di avere dati con cui monitorare l’iter stesso dei controlli”.

Ferreri gli elogi li rivolge soprattutto allo staff messo in campo dall’Istituto, una “squadra di appassionati” come li ha definiti: “Ben preparati tutti e attenta la commissione. Abbiamo visto i commissari andare in giro per i territori, per le aziende, assaggiare i vini per comprendere le differenze tra terroir e terroir, tra cantina e cantina. Condividiamo appieno la scelta dei due presidenti, Giuseppe Bursi e Giuseppe Cicero, persone super partes e conoscitori di vino. Questo non solo garantisce noi produttori ma anche il consumatore che oggi si ritrova così uno strumento in più per essere sicuro di quello che beve”.

Oltre allo stupore condiviso da tutti i consorziati, che rappresentano l’80% della produzione di Cerasuolo, ben 42 aziende tra produttori e imbottigliatori, il presidente, a nome di tutti, manifesta ottimismo sulla maggiore tutela del marchio e del vino stesso. “La prova che ha dato l’Istituto  non solo ci tranqullizza dal punto di vista burocratico, ci mette soprattutto in condizioni di assicurare la qualità dei nostri prodotti ancora di più”.  

C.d.G.