Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il caso

Gli chef si mobilitano per i poveri, ma la Caritas non risponde

01 Settembre 2016
nino_graziano1 nino_graziano1

A Palermo lo chef stellato Nino Graziano vorrebbe aprire un refettorio come quello di Massimo Bottura, ma né l'amministrazione comunale né la Caritas hanno dato risposte

(Nino Graziano, Leoluca Orlando e don Sergio Mattaliano) 

di Clara Minissale

Un refettorio che prepari pasti per chi non può permettersi di fare la spesa, un luogo nel quale mettere insieme buona cucina e bocche da sfamare. 

L’idea è quella che lo chef numero uno al mondo, Massimo Bottura, ha già trasformato in un luogo fisico nel quale a Milano prima, a Rio poi e a New York tra poco, tutti coloro i quali non hanno la possibilità di mettere in tavola qualcosa, trovano un buon piatto caldo a sfamarli preparato con materie prime donate da varie aziende che aderiscono al progetto (leggi qui).      
Nino Graziano, lo chef stellato patron dell’ex Mulinazzo a Villafrati in provincia di Palermo e di numerosi ristoranti a Mosca, ha pensato di portare anche in Sicilia l’idea di pasto solidale dello chef modenese. Al suo fianco in questa nuova impresa Le Soste di Ulisse, l’associazione che riunisce ristoranti gourmet, charming hotel, maestri pasticceri e cantine siciliane con lo scopo di valorizzare e la promozione del patrimonio eno-gastronomico, artistico, culturale e paesaggistico dell’isola e di cui Graziano è presidente emerito.

“Vorrei realizzare a Palermo un refettorio ambrosiano come quello creato da Bottura in occasione di Expo 2015 – racconta Graziano -. Nella mia terra c’è tanto da fare e con Le soste di Ulisse abbiamo pensato di cominciare da chi ha bisogno di un pasto caldo. Mesi fa ho contattato la Caritas diocesana di Palermo alla quale ho raccontato la mia idea e in un primo tempo si sono detti disponibili a collaborare per realizzarla. Ne ho parlato anche con l’amministrazione comunale, sindaco Leoluca Orlando in testa e siamo tutti d’accordo che sarebbe una buona iniziativa per la città. Dal primo contatto sono passati tre mesi e tutto si è fermato. Continuo a chiamare la Caritas per avere notizie, fissare un appuntamento, passare alla fase operativa, ma dall’altro lato tutto tace”.

Ed effettivamente riuscire a parlare con la Caritas palermitana e con il direttore don Sergio Mattaliano, appare cosa assai complicata. Anche noi abbiamo provato ripetutamente a contattare l’associazione nei giorni scorsi, ma senza successo. Intanto, mentre a Palermo l’idea stenta a decollare nonostante le tante bocche da sfamare quotidianamente in città, il refettorio di Bottura fa letteralmente il giro del mondo e dopo Rio, dove è stato aperto in occasione delle olimpiadi, adesso sbarcherà anche a New York con la collaborazione di Robert De Niro.
“Sono molto amareggiato – dice Graziano – perché vorrei fare qualcosa per i siciliani meno fortunati e mi dà molto fastidio non riuscirci. Ci siamo rivolti alla Caritas perché l’idea originaria di Bottura è nata in collaborazione con questa associazione, ma se a Palermo non sono interessati, che ce lo dicano chiaramente e noi andremo avanti con qualcun altro”.