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Il caso

“Grana” per Beautiful: danno all’immagine, il consorzio italiano chiede un maxi risarcimento

24 Maggio 2016
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Sotto accusa sceneggiatori e produttori della celebra soap opera americana: in una puntata, uno dei protagonisti acquista del formaggio Grana e con faccia schifata afferma: “Oh no, avrei dovuto comprare il Parmigiano”. “Ora pagheranno”, dice il direttore Berni

 
(Stefano Berni, direttore del consorzio Grana Padano)

“Adesso i produttori e gli sceneggiatori di Beautiful avranno una bella Grana”.

Usa un giochino di parole e lo dice sorridendo Stefano Berni. La storia, nota ai più, racconta di una gaffe che costerà parecchi soldini ai produttori e agli sceneggiatori di Beautiful, la celebre soap opera conosciuta in tutto il mondo: “La scena racconta di un pranzo del giorno del Ringraziamento – dice Berni – e si svolge in cucina. Ad un certo punto uno dei protagonisti tira fuori dal sacchetto un barattolo di plastica che contiene formaggio. Ma non si legge in alcun modo il nome o il tipo di formaggio. Solo che, con faccia schifata, afferma di aver comprato il Grana al posto del Parmigiano”.
Nulla da dire sul paragone con “gli amici del Parmigiano – dice Berni – ma la pubblicità comparativa, che in America è permessa, non può essere fatta denigrando un altro prodotto”.

Il primo passo è stato quello di rivolgersi a Mediaset che trasmette in Italia Beautiful per accertarsi che la traduzione in italiano rispettava la versione originale. “Ed effettivamente anche in lingua originale i protagonisti denigrano il Grana – dice Berni -. Con Mediaset abbiamo immediatamente raggiunto un accordo economico (si parla di passaggi pubblicitari in più), ma subito i nostri legali hanno dato mandato ad un famoso studio di Los Angeles di avviare la causa contro i produttori e gli sceneggiatori di Beautiful per il gravissimo danno all’immagine che hanno causato al Consorzio”.
Il Grana è il formaggio Dop più venduto nel mondo. Solo negli Stati Uniti fattura oltre 200 milioni di euro. “Sappiamo che la soap opera americana viene vista, ogni giorno, mediamente da 500 milioni di persone – spiega Berni – Se fosse stato uno scivolone di un paese soltanto, avremmo avuto poco da ridire, ma qui si parla di nostri paesi chiave per l’interno nostro export”.

Insomma il rimborso richiesto, anche se ancora non è stata formulata una cifra perché i legali stanno facendo due conti, sarà comunque plurimilionario. “Gran parte di questi soldi li destineremo al nostro ospedale di Haiti – dice Berni – per acquistare medicinali e strutture”. La storia ha fatto il giro del mondo e al consorzio sono arrivate telefonate anche dalla stampa americana, come un giornalista del New York Times.

Molti hanno accusato il consorzio del Grana di essersi arrabbiato proprio per il confronto con il Parmigiano: “Stiamo scherzando? Mica ci hanno accostato ad uno dei formaggi che hanno lì in America – dice Berni – Ci hanno accostato ad un’altra eccellenza italiana con cui non siamo in guerra. Il problema è che hanno lanciato un messaggio sbagliato del nostro formaggio che ha causato un gravissimo danno all’immagine del consorzio”.
Un consorzio importantissimo che racchiude 200 soci, 142 caseifici e che produce 4,8 milioni forme di formaggio all’anno lavorando 2,5 milioni di tonnellate di latte (il 36 per cento della produzione totale), fatturando 1,6 miliardi di euro l’anno. Il 36 per cento della produzione è destinato all’estero.

“I nostri legali sono tranquilli – dice Berni – loro mi sembrano indifendibili. Abbiamo già vinto? Le cose ci spingono ad un ottimismo, ma attendiamo la sentenza. In America, però, su queste cose sono molto rigidi”.

G.V.