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Il caso

Il Canale di Suez bloccato, a rischio l’export di vino e olio italiani in Asia

27 Marzo 2021

Quanti giorni ci vorranno ffinché il canale di Suez venga riaperto e riprenda il transito delle navi?

Difficile saperlo. C’è chi dice giorni, chi intere settimane. Intanto si parla di danni per milioni di dollari. Ma facciamo odine. Qualche giorno fa, forse a causa del maltempo, la mega-nave portacontainer Ever Given, gestita dall’Evergreen Group di Taiwan, si è incagliata in un banco di sabbia bloccando di fatto il traffico nel canale. Le operazioni di salvataggio del colosso, lungo 400 metri e largo 59, sono già in corso, ma non c’è certezza su una loro fine. Con ripercussioni importanti sul commercio e sulla logistica mondiale. Se lo stop delle tratte da Suez non influenzerà i grandi rivenditori statunitensi, le aziende europee vedranno complicarsi non di poco la propria logistica. Nel 2020 il commercio via mare tra l’Italia e i paesi asiatici attraverso Suez è stato pari a 82,8 miliardi di euro, il 40,1% del commercio marittimo complessivo del nostro Paese. Ad oggi sono circa 300 le navi che stanno aspettando che si liberi il passaggio. Sono cariche di petrolio, componentistica per automobili e beni di consumo come vino, olio e cereali. M

a cosa rischiano le aziende? “Gli effetti a breve termine del blocco del Canale — spiega Chris Rogers, analista commerciale per S&P Global Market Intelligence’s Panjiva al Corriere — saranno un aumento potenziale dell’esaurimento delle scorte nei beni di consumo e il rischio per le catene di approvvigionamento manifatturiero just-in-time che erano già state scosse dalla Brexit e dalle carenze di materie prime”. Molte compagnie di navigazione stanno quindi pensando di circumnavigare l’Africa sulla rotta del Capo di Buona Speranza. Come detto, però, anche i nostri prodotti, olio e vino in testa, transitano da queste parti. E si guarda alla situazione con molta preoccupazione. Il vino in particolare con un valore di quasi 100 milioni di euro è tra le principali voci dell’export agroalimentare made in Italy in Cina. Nel 2020 ha raggiunto il record storico di 548 milioni di euro. Ad essere intaccato è poi l’intero mercato mondiale delle materie prime agricole.

C.d.G.