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Il caso

Il consorzio “Focaccia di Recco” nel caos: alcuni soci indagati per frode

22 Dicembre 2015
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Guai a chi dice “Focaccia di Recco” fuori dai confini di Recco, appunto e dai tre comuni limitrofi, Avegno, Camogli e Sori.

Ne sanno qualcosa gli stessi fautori del consorzio che hanno ricevuto il riconoscimento Igp lo scorso 11 novembre e che si ritrovano indagati per frode. Il motivo? Erano in una fiera di Rho in provincia di Milano a far assaggiare la loro focaccia. Ma questo non è possibile, secondo il rigido disciplinare che vieta a chicchessia di definire “focaccia di Recco” un prodotto preparato, servito altrove, se non nel Comune di Recco e nei tre elencati sopra. E questo vale anche se si prepara seguendo il rigido disciplinare e, soprattutto, anche per quelli che appartengono allo stesso consorzio che il riconoscimento lo hanno voluto e ricercato a lungo.

Insomma, dalla festa per il riconoscimento al “chi ce lo ha fatto fare”, visto che così, in pratica, sarà impossibile far assaggiare la focaccia di Recco a quelli che non abitano all’interno dei confini comunali. Lo hanno scoperto, a loro spese, alcuni soci del consorzio che si trovavano alla fiera dell’artigianato di Rho due settimane fa. C’è il banchetto che offre, per promozione, la focaccia di Recco al formaggio agli ospiti della manifestazione. È lo stand ufficiale, quello di Lucio Bernini, il promotore del Consorzio che per anni si è battuto con l’obiettivo di ottenere l’Igp. Ma arrivano i Nas, fanno riavvolgere gli striscioni e parte una denuncia per frode in commercio. E adesso è caccia “all’uccellino” che ha parlato e ha fatto la denuncia.

Per carità, le regole sono regole. Ma a Recco, comune con 10 mila abitanti, adesso è una sorta di “guerra” di tutti contro tutti, perché vengono fuori alcune anomali. Al consorzio, infatti, hanno aderito solo otto ristoranti nella cittadina e tre nella vicina Sori. Bernini scrive una lettera ai consorziati, lanciando sospetti contro la persona “che per anni ci ha contrastato in tutte le sedi possibili e immaginabili”. I detrattori vengono allo scoperto. Ci si mette anche Biagio Palombo, titolare della storica Baracchetta sul molo. Aveva iniziato la battaglia per l’Igp, l’ha abbandonata intuendo le conseguenze: “Che Recco non si possa più promuovere in giro è assurdo”. Il caso diventa politico. Il sindaco Dario Capurro: “L’Igp è stata una conquista, ma se non possiamo usare il marchio Recco fuori dai confini diventa un boomerang”. 

Intanto Tossini, il maggior produttore di focaccia al formaggio da esportazione, cambia confezioni, lasciando il nome della città solo nel marchio: “Fratelli Tossini Recco”. Il nome di Recco sparisce anche dal menù della Manuelina. E la celeberrima focaccia al formaggio diventa così: focaccia Manuelina. Sia qui, sia soprattutto nella sede milanese, alla Rinascente. Che quella sia la focaccia al formaggio di Recco, in faccia al Duomo, si può (forse) solo dire. 
Ma dal consorzio tutto tace. L’ufficio stampa non ha voluto rilasciare nessuna replica. Almeno per il momento.

C.d.G.