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Il caso

Invita gli amici a vendemmiare, si becca una multa da 20 mila euro per lavoro nero

28 Settembre 2015
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La storia, vera, arriva dalla provincia di Cuneo, nel cuore del Roero

Non è un articolo di Lercio, il famoso sito di notizie di satira e comicità. È una storia vera che arriva da Castellinaldo d’Alba in provincia di Cuneo e che riporta La Stampa.

C’è un vigneto, ci sono tanti amici che raccolgono l’uva, ma c’è anche l’ispettorato del lavoro ed una multa da 20 mila euro per lavoro nero.
Da anni, ormai, Battista Battaglino, 63 anni, pensionato, invitava i suoi amici nei suoi vigneti in località Granera, nel cuore del Roero. È una bella giornata, i filari del suo piccolo podere, un ettaro di terreno in collina, sono carichi di grappoli, barbera e un po’ di nebbiolo. Così quattro amici decidono di aiutare Battista a vendemmiare. Uve che il pensionato utilizza per produrre il vino per sé, quello che consuma in casa e con qualche amico. Il tutto si dovrebbe concludere con una cena in allegria.  
 
Ma il finale è ben diverso. Lo racconta a La Stampa Ada Bensa, compagna del pensionato: “Stavamo raccogliendo l’uva, ridendo e prendendoci in giro perché in quelle vigne è anche difficile stare in piedi. Ad un certo punto siamo stati letteralmente circondati da carabinieri e funzionari dell’ispettorato del lavoro. Ci hanno chiesto i documenti e hanno redatto un verbale di denuncia di lavoro nero”. La multa per Battista Battaglino è di 19.500 euro, 3.900 per ognuno dei 4 amici e del pensionato.  

La donna è indignata: “È assurdo. Volevamo aiutare Battista e gli abbiamo procurato un danno enorme. In campagna è consuetudine aiutarsi l’un l’altro. Si è sempre fatto, senza il timore di essere catalogati come evasori, o peggio ancora, ritenuti dei caporali che sfruttano le persone facendole lavorare in nero”. Ada Bensa scrive anche a “Specchio dei Tempi” per denunciare quello che per tutti, cittadini e viticoltori, è una vera ingiustizia.  
“Battista coltiva da solo quel pezzo di terra, è in pensione e ci passa il suo tempo – dicono gli amici -. Quando l’uva è matura ci chiede di aiutarlo. Bisogna fare in fretta, altrimenti i grappoli marciscono e lui non potrà fare il suo buon vino. Per quello eravamo lì, come facevamo da anni, a turno non sempre tutti, a seconda dei nostri impegni”. 

L’indignazione è quella dell’intero territorio. Il sindaco di Castellinaldo, Giovanni Molino è amareggiato: “Non siamo un paese in cui vige il caporalato. Qui la gente si aiuta, si spacca la schiena tra le vigne, su queste colline. È assurdo che un uomo come Battista, che manda avanti questi pochi filari da solo, con grande sacrificio, venga additato come evasore. Sono terreni che erano già del padre, vigne che avranno 70-80 anni. Lui le cura tutto l’anno ancora con metodi vecchi, quelli di una volta. Non ha neanche i mezzi più moderni per coltivare e raccogliere, tutto viene fatto a mano. È pazzesco che debba pagare una multa del genere”.  

Battista è ancora amareggiato e non ha molto da dire su quanto successo: “Lascerò andare tutto, abbandonando le vigne perché non merita lavorare tanto per poi avere questi bei risultati. L’unica cosa che potevo dare a questi amici era una cena per ringraziarli. Purtroppo non abbiamo neanche fatto quella”.  
Il sindaco lancia una proposta: “Ho intenzione, a novembre, di invitare questi funzionari del lavoro a una riunione con tutti coloro che coltivano un pezzo di terra, dalle grandi aziende di questo territorio ai piccoli agricoltori. Voglio che ci spieghino cosa dobbiamo fare per lavorare senza la paura di dover pagare multe”. Mercoledì Battaglino e i suoi amici saranno a Cuneo, convocati dall’Ispettorato del Lavoro. Ribadiranno la loro posizione. “Speriamo sia usato un po’ di buon senso” conclude Ada Bensa. 

C.d.G.