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Il caso

La Cina blocca le importazioni di olio d’oliva italiano

30 Dicembre 2011
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La Cina ha deciso di bloccare le importazioni dell’oro verde italiano.

È successo oggi a Shangai. Il paese rinomato per la contraffazione ha bloccato, per controlli, le bottiglie di olio d’oliva made in Italy, dopo che la stampa cinese avrebbe divulgato la notizia di un’inchiesta giornalistica italiana che riferisce di un’indagine di Finanza, dogane e Forestale sull’olio d’oliva nostrano. Secondo l’inchiesta, molto olio italiano in realtà sarebbe fatto con oli provenienti da Tunisia, Grecia, Spagna e Marocco. Quello che ha fatto scalpore e ha allarmato di più i cinesi sono stati i dati diffusi su questa adulterazione. Su cinque bottiglie di olio d’oliva italiano, prodotto in particolare da 13 delle più grandi aziende del Belpaese, quattro conterrebbero appunto olio miscelato. Per i produttori di olio italiani il provvedimento sarebbe stato preso come un duro colpo per le loro casse. Un danno notevole che sopraggiunge poprio nel momento in cui sta per iniziare il Capodanno cinese, che cade a gennaio. Periodo in cui normalmente registrano l’aumento delle vendite per la consuetudine, oramai diffusa, di inserire il nostro olio nei pacchi regalo. Addirittura già in alcuni negozi e centri commerciali di Shanghai sarebbero state rimosse le bottiglie in attesa di istruzioni da parte delle autorità doganali e di ispezioni di qualità cinesi.

L’Italia è il secondo esportatore di olio, sia d’oliva che extra vergine, in Cina, dopo la Spagna, e detiene una quota di mercato, riferito al 2011, rispettivamente del 24,09% e del 33,61%. Secondo i dati del consolato cinese a Milano, l’anno scorso la Cina ha importato più di 6.500 tonnellate di olio di oliva dall’Italia, raddoppiando il dato del 2009. Di questa iniziativa, che starebbe causando non poca apprensione ai produttori del Bel Paese e agli importatori, si sono subito interessati sia il Consolato italiano a Shanghai che l’Ambasciata a Pechino, oltre che gli uffici dell’Istituto del commercio estero. Anche se per il momento non trapela nessuna notizia, fonti diplomatiche hanno chiarito che le istituzioni italiane in Cina stanno monitorando la situazione e sono in contatto con le autorità ministeriali italiane e cinesi per risolvere la questione.

C.d.G.