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Il caso

La Doc Sicilia rischia di non partire. Assovini lancia l’allarme

10 Novembre 2011
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I produttori rischiano di non potere predisporre la rivendicazione delle superfici per la Doc Sicilia e le dichiarazioni di produzione in un tempo adeguato.

Pesanti sarebbero le ricadute sulla commercializzazione del vino. L’allarme lo lancia Assovini Sicilia. Il sistema che consente di caricare e aggiornare i dati su variazioni, nuovi vigneti, nuove iscrizioni, necessario anche per richiedere le denominazioni e le indicazioni è ingolfato da mesi.

Il problema sarebbe di natura gestionale e burocratica. Antonio Rallo (nella foto), presidente dell’Assovini Sicilia, denuncia un mal funzionamento nella rete trasferimento dati che collega il portale Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) all’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) e che coinvolge anche il Centro di Assistenza Agricola. Così l’impasse sta bloccando circa 8.000 produttori. “Il sistema ha delle lacune, non funziona e carica anche dati in modo errato – dichiara Rallo –. oltre al fatto che una parte fondamentale del lavoro deve essere fatto dai Caa e ancora oggi non sono tutti d’accordo su quale deve essere la loro posizione, non hanno risorse per pagare il personale da impiegare nella preparazione dei modelli per caricare i dati”. Un lavoro immane da smaltire in seguito all’istituzione della Doc Sicilia, come precisa: “La Doc ha sparigliato le carte. Abbiamo dai 20.000 ai 40.000 ettari, parliamo di una stima al ribasso, da caricare nello schedario vitivinicolo della Doc”.

Se i dati non vengono caricati la nascitura Doc Sicilia quindi non potrà decollare. “Volevano farla partire adesso con la vendemmia 2011 così non saremo neanche in grado di averla per il 2012”, lamenta Rallo. Come è usuale nel sistema italiano, gli escamotage non mancherebbero con deroghe che consentono di superare il problema anche se per il presidente ciò comporterebbe meno controlli. “Vogliamo controlli che tutelino, che si facciano in tempo. Le deroghe causano controlli superficiali. Invece devono essere fatti bene senza ostacolare – e aggiunge -. Oggi siamo quasi a metà novembre, noi negli anni passati facevamo le dichiarazioni prima dell’Immacolata, non le faremo nemmeno per febbraio se andiamo avanti così”.

Insomma la burocrazia si è dovuta scontrare con l’incapacità di utilizzare al meglio sistemi informatici che sono stati cambiati più volte, come testimonia Rallo, con frequenza biennale e mai testati al meglio. La speranza che questo ingranaggio riprenda a funzionare però c’è. Anticipa il presidente: “Nei prossimi giorni qualcosa si sbloccherà, aspettiamo comunicazione”. A compromettere l’iter c’è anche il passaggio della competenza sulla certificazione della produzione dalle Camere di Commercio all’Istituto Regionale della Vite e del Vino per il quale ancora non è stato predisposto il decreto.