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Il caso

Le mani della ‘ndrangheta sui ristoranti di Milano: sequestrato l’Unico del grattacielo Wjc

21 Giugno 2018
Unico_Milano Unico_Milano

Ci sarebbe l'ombra della 'ndrangheta sul prestigioso ristorante di Milano, “Unico”, il locale più alto del capoluogo milanese che domina dal ventesimo piano della Wjc (costruita da Cl nel 2009).

Il locale, che si trova in via Achille Papa 30, in zona Portello, è stato chiuso per infiltrazioni delle cosche calabresi. E' tra le prime volte che gli accertamenti dell’antimafia portano alla revoca della licenza di un ristorante tra i più noti della città. Basti pensare che perfino i puntigliosi ispettori della prestigiosa guida Michelin 2018 non hanno risparmiato i complimenti: “Milano, dal ventesimo piano della Wjc Tower dove si trova l’unico ristorante cittadino con vista che abbraccia tutto lo skyline, sembra una sorta di plastico; mentre dalla cucina curata dal nuovo chef escono piatti d’impronta creativa. Cucina di qualità, servizio di ottimo livello”, si legge in guida. La cucina, affidata a prestigiosi chef, in passato anche a un cuoco stellato, non è in discussione. Nel provvedimento inviato al Comune dalla Prefettura lo scorso 13 giugno, con il quale si ordina la revoca della licenza agli amministratori della società, si parla di ben altro.

Il documento è indirizzato all’attuale amministratore della “Unico Milano” (azienda che ha lavorato anche come street-food a Expo), Pietro Genovese, nato 63 anni fa a Simeri Crichi in provincia di Catanzaro e residente nel Varesotto. Ma non è Genovese ad aver attirato l’attenzione della Direzione investigativa antimafia di Milano. Piuttosto il provvedimento riguarda il proprietario (socio di maggioranza col 55% delle quote) Massimiliano Ficarra, detto Giovanni. Commercialista-factotum, Ficarra, 49 anni, è nato a Gioia Tauro (Reggio Calabria) ed è considerato dagli investigatori come “contiguo” alla potente cosca Piromalli-Molé, cosi come tutta la sua famiglia. I Ficarra sono stati al centro di un’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Como sulla ‘ndrangheta nelle terre lariane, insieme a Bartolomeo Iaconis, ex capolocale di Fino Mornasco così come Massimiliano Chindamo, Luciano Nocera, Salvatore “satana” La Rosa e Gaetano Mazzitelli, uomo dei Molè. L’indagine “Arcobaleno” finirà archiviata ma alcuni dei denunciati saranno arrestati in altre inchieste della Dda Milanese. Ficarra, invece, verrà coinvolto in una recente indagine della Procura di Como per frodi fiscali e societarie. Tanto che nei suoi confronti lo scorso 28 maggio il Tribunale ha emesso un decreto di sequestro preventivo, già confermato dal Riesame. Ma sono gli atti di “Arcobaleno” e le frequentazioni di Ficarra (viene controllato dalle forze dell’ordine nei pressi del Bar Bulldog di Cadorago), a dare nella nuova lettura della Dia il fondamento all’ordine di revoca della licenza eseguito dai tecnici di Palazzo Marino. I Ficarra in Lombardia gestiscono anche loschi affari di usura ed estorsioni. Mercoledì pomeriggio una voce gentile al telefono avvisava che il ristorante resterà chiuso per qualche giorno. Ufficialmente per un guasto alla piastra ad induzione della cucina.

LA REPLICA DI UNICO
Con riferimento agli articoli di stampa che hanno dato notizia del provvedimento di revoca del titolo abilitativo emesso dal Comune di Milano a seguito di una misura interdittiva ex d.lgs n. 159 del 2011, Unico Milano Srl, in persona del suo amministratore Pietro Genovese, osserva quanto segue: “Dagli atti attualmente a disposizione della società, la misura interdittiva è stata emessa dalla Prefettura di Milano nell'aprile del 2016 ed è stata inviata al Comune nel maggio del 2018 per i provvedimenti di competenza. Salvo che gli autori degli articoli di stampa siano – irritualmente – in possesso di informazioni privilegiate allo stato non a disposizione della società – che sul punto si riserva ogni opportuna azione – detta misura era relativa ad un soggetto diverso da Massimiliano Ficarra, attualmente facente parte la compagine sociale di Unico Milano Srl. Pertanto, parrebbe sussistere una evidente questione di attualità della iniziativa prefettizia, assunta senza considerare che i titolari delle quote della società sono nelle more cambiati. Unico Milano srl procederà comunque ad assumere tutte le iniziative legali volte a contrastare la legittimità del provvedimento di revoca della licenza nonché ad assumere ogni azione giurisdizionale, ma anche societaria, nei confronti di tutti i soggetti che hanno determinato l’odierno stato dei fatti”. 

C.d.G.