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Il caso

“Il Vinitaly non si può ignorare, piuttosto la Sicilia faccia sistema”

11 Gennaio 2013
stefano_caruso stefano_caruso

“Il Vinitaly è l’Italia, così come ogni nazione ha il suo evento di riferimento. Rappresenta il nostro Paese nel mondo, una vetrina internazionale che dà dignità alla nostra produzione”.

Lo dice Stefano Caruso alla guida della cantina di Marsala Caruso&Minini, insieme a Mario Minini. Un parere sulla manifestazione del vino di Verona opposto a quello critico, invece, espresso da Piero Buffa, direttore generale di Castellucci Miano, che ha definito il Vinitaly “preistoria”.

“Ci sono è vero delle problematiche sul Vinitaly – dichiara Caruso –. Su questo non c’è dubbio. Il problema dei costi elevati è reale. Però non sono d’accordo sullo scomparire da questa vetrina. Significherebbe limitare la possibilità di confrontarci con le altre realtà del vino del nostro Paese. Sarebbe dannoso non dare la giusta visibilità alla Sicilia. Perché rimane una piazza visitata da tanti stranieri, operatori del settore e appassionati. Rimane il fatto che è l’evento più conosciuto all’estero e consente a molti operatori stranieri di visitare, nei giorni del salone, le cantine che a loro interessano”.


Stefano Caruso

Insomma, per il produttore il Vinitaly è foriero ancora oggi di opportunità di mercato anche se, tiene a precisare, i produttori dovrebbero affrontarlo in modo diverso rispetto a come è stato fatto fino ad ora. “Auspico che la Sicilia faccia sempre sistema – dice – perché così può andare avanti. Ma si dovrebbe cambiare padiglione. Troppo grande data la selezione naturale che sta avvenendo in questo  momento. Per esempio, il padiglione uno potrebbe essere più confacente al numero di cantine con cui l’Isola si presenta a Verona, si abbatterebbero i costi”. La strada migliore per essere presenti a Veronafiere sarebbe, per il produttore, la forma associativa. “E’ il modo per attingere ai fondi previsti dalle varie misure comunitarie. Non si conclude nulla parlando e lamentandosi. Per esempio con Assovini, con la 133, riesco ad abbattere il cinquanta per cento dei costi”. Caruso esorta quindi alla considerazione che il Vinitaly non si può trascurare. La cantina produce un milione e cinquanta mila bottiglie all’anno. 

C.d.G.