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Il caso

Sì del presidente della Calabria alla riapertura di bar e ristoranti. Ma Roma dice: “Illegittimo”

30 Aprile 2020
Jole-Santelli Jole-Santelli

Ha fatto discutere ieri l’ordinanza voluta da Jole Santelli, presidente della Regione Calabria, che aveva autorizzato ristoranti, pizzerie, agriturismi, bar a ripartire con il servizio ai tavoli, purché all’aperto e nel rispetto delle norme anti-contagio.

In realtà, però, oggi, gestori e proprietari dei locali hanno tenuto le saracinesche abbassate. Una ordinanza che aveva sorpreso tutti. I titolari dei vari locali, infatti, non erano pronti alla ripartenza. La linea di estrema prudenza, ribadita da Santelli fino a due giorni fa, aveva indotto i più a immaginare che nulla si sarebbe mosso prima di metà maggio, se non inizio giugno come anticipato dal premier Giuseppe Conte nell’illustrare i contenuti dell’ultimo decreto. Pochissimi avevano avviato sanificazioni, ripristinato forniture, allertato i dipendenti, per la maggior parte finiti in cassa integrazione. E pochissimi adesso sanno cosa fare. E’ chiaro che c’è la voglia di ripartire. Ma c’è anche la paura del Covid-19. Anche se la Calabria è stata colpita in maniera marginale con lo 1.102 contagiati di cui 353 guariti e 86 deceduti. I focolai si sono concentrati per lo più nelle Rsa e solo marginalmente hanno coinvolto i centri urbani. Ma il Coronavirus spaventa ancora.

La decisione del presidente Santelli, senza una interlocuzione, ha fatto arrabbiare ristoratori e proprietari di bar. Soprattutto perché c’è una discrepanza tra l’ordinanza regionale e quello che dice il governo da Roma. E quindi chi vorrebbe aprire non lo fa per la paura di multe e sanzioni. Da più parti si fa notare come l’ordinanza sia illegittima, il governo ha già diffidato la Regione e condannato duramente la fuga in avanti di Santelli. In più già da ieri notte i Comuni hanno annunciato barricate. Contro il “via libera” della Regione, i sindaci sono insorti. Nella notte, la maggior parte degli amministratori ha buttato giù dal letto segretari e dirigenti comunali per emettere ordinanze nottetempo, altri le hanno annunciate sui social e stanno provvedendo in queste ore a bloccare il provvedimento regionale o a differirne l’entrata in vigore. Almeno di 24 ore alcuni, fino al 4 maggio altri, fin quando il governo non deciderà altrimenti altri ancora.

C.d.G.