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Il caso

“Se è vegetariano o vegano non chiamatelo hamburger”

23 Ottobre 2020

“Nessuno chiamerebbe un hamburger “insalata di carne”, allora non si capisce perché vogliamo chiamare hamburger un prodotto che ha, sì, una lunga lista di ingredienti, ma neppure un grammo di carne”.

Lo fa sapere il presidente di Assocarni, Luigi Scordamaglia, che riassume la posizione del settore zootecnico italiano e europeo rispetto alla discussione in corso a Bruxelles sulla possibilità di usare le denominazioni proprie della carne anche per prodotti veg. “Un’appropriazione culturale scorretta e pericolosa nei confronti del consumatore – prosegue Scordamaglia -: chiamare “bistecca” o “salsiccia” quello che non lo è, non solo significa usurpare il grande patrimonio di tradizione e know how del settore, ma anche indurre chi acquista a pensare di trovarsi davanti a prodotti equivalenti, anche dal punto di vista nutrizionale, ma così non è”. Scordamaglia conclude che “non si sta mettendo in dubbio il diritto di scegliere un preparato vegano al posto di un hamburger, si sta chiedendo una scelta chiara nel rispetto del consumatore e della trasparenza, valori che non possono essere negoziati a favore del profitto di qualche multinazionale”.

C.d.G.